devastata da tagli senza nessuna considerazione, riducendo l’offerta formativa, i fondi delle singole scuole, i provvedimenti per l’edilizia scolastica – che si trova in una condizione di precarietà senza precedenti – nonché il personale. Investire nelle scuole private è un’assurdità e, soprattutto, un insulto per milioni di studenti che frequentano quelle pubbliche e si trovano anche a dover versare dei “contributi volontari”. Credo sia indispensabile chiudere con questa pagina di tagli, finalizzati ad annientare completamente la scuola pubblica, altresì è necessario ripartire proprio da questa con un piano di investimenti pubblici, finanziabile tramite la riduzione degli investimenti alle scuole private – che godono delle rette versate dagli studenti che le frequentano – avviando un percorso virtuoso che possa portare la scuola statale italiana ad essere un luogo di formazione reale e di qualità, democratico ed inclusivo. La scuola, l’istruzione in generale e la cultura non devono essere lussi per pochi.
di Giovanni Di Bartolo