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La scuola riparte, ma per andare dove?

Creato il 08 settembre 2010 da Dallomoantonella

La  scuola riparte, ma per andare dove?

La  scuola ricomincia,  ripartiamo dunque dalla scuola.

La  realtà scolastica  che vivo e conosco  non è tra le più  problematiche;  personalmente posso dire  di avere  contatti con numerosi  docenti  tutti molto validi, tutti molto coscienziosi e scrupolosi;  per loro i ragazzi non sono numeri, nè  scocciature,  ma   impegnativi  personaggi  che   rendono  la  vita  tra i banchi  di scuola  effettivamente   varia, complessa, intrigata,  imprevedibile a volte, e detta con una sola parola,  mai banale.

Purtroppo mai come in questo momento   si  sta ricominciando a fatica;  la fatica di chi rischia di non rimanere tra questi banchi, la fatica di chi rischia come la sottoscritta,  nemmeno di rientrarci, e la fatica di poterci restare   ma  con grosse penalizzazioni,  con  realtà  oggettive   che non favoriscono per nulla  il buon insegnamento,  le buone intese, lo sviluppo nell’apprendimento  ed il recupero delle  lacune  formative che sono il vero mare magnum   di questo mondo.

Mi viene spontaneo il riferimento a quando ero studente io stessa; negli anni 60/70,  praticamente un altro emisfero….

A  scuola  il  maestro era ancora il maestro, nella società soprattutto  l’insegnante  era qualcuno  che  aveva  studiato e che andava rispettato (che idiozia, questa,  come dire che  chi non ha avuto la fortuna di studiare  non dovrebbe solo per questo meritare tutta   la   nostra doverosa  considerazione).

Oggi nella società italiana l’insegnante  è nella comprensione   comune  un lazzarone, uno che bisogna stargli addosso  e  dargli   a lui  stesso i voti, i cosiddetti  meriti conquistati a suon di  ubbidienza  ed osservanza delle leggi, delle norme;  si è fatta una riforma  che nella  accezione   degli  addetti ai lavori   è servita più che altro a creare  disoccupazione, lasciando  fuori dall’organico  migliaia di precari  che evidentemente  nelle classi  ci andavano solo per rubare soldi al governo.

In compenso le classi sono lievitate, si parla di ventotto/trenta alunni  per  gruppo.

Scarseggiano gli insegnanti di sostegno, là dove solo l’anno scorso  venivano garantiti.

Però si parla di bocciatura in caso di un voto in condotta  insufficiente (come per dire  che è solo con una maggiore disciplina  che si può combattere il bullismo).

Non  tocchiamo il tema dei libri di testo  che sembrano  essere   un’ autentica  sciagura  per chi ha più  figli  che devono andare  a scuola.

E’  vero, i libri costano, soprattutto  i vocabolari, ed è  anche   vero che  si cambiano troppo in fretta e che ce ne sono troppi, di variabili e di varianti,  ma ragazzi  miei, genitori  santissimi,  dove lo mettiamo  il  bisogno di sapere, come lo calcoliamo,  che priorità  ha nella nostra  economia  familiare?  C’è  semmai necessità di una sana  politica  editoriale in campo scolastico;  e poi ci sono i Libracci, che ritirano l’usato e lo rivendono:  e poi adesso arriva anche internet  che potrebbe   dare   un contributo  notevole alla riduzione dei costi…insomma,  bisogna ridurre  i costi,   non certo ridurre i libri!  Si può a tal proposito  seguire l’esempio della scuola di   Borgaro Torinese,  affatto stupida  e senz’altro interessante.

E  nel frattempo  cosa dicono gli alunni, cosa ne pensano  loro del loro presente  culturale  e del loro futuro  lavorativo?  Cosa dicono loro dei loro maestri?

Ricordo non certo per caso il Movimento  degli  insegnanti appena nato  nella rete; ricordo il Manifesto  intitolato a chi insegna  e   che sta girando per il mondo  tradotto in sempre  più numerose lingue.

Lo  voglio  ripresentare in tutta sua freschezza  e la sua maestà, in tutto il suo candore  e la sua  consapevolezza,  esso recita:

 

1. Amo insegnare. Amo apprendere. Per questo motivo sono un insegnante.

2. Insegnerò per favorire in ogni modo possibile la meraviglia per il mondo che è innata nei miei alunni. Insegnerò per essere superato da loro. Il giorno in cui non ci riuscirò più cederò il mio posto ad uno di loro.

3. Insegnerò mediante la dimostrazione e l’esempio, il riconoscimento dei miei errori illuminerà il mio percorso.

4. Accompagnerò i miei alunni alla scoperta della realtà che li circonda, assecondando e stimolando in ognuno di loro la curiosità e la ricerca, le domande e la passione.

5. Non potendo trasmettere ai miei studenti la verità, mi adoprerò affinché vivano cercandola.

6. Incoraggerò nei miei studenti l’impegno e la volontà di migliorarsi costantemente e di non rassegnarsi mai di fronte alle difficoltà. Io stesso provvederò a formarmi e aggiornarmi continuamente.

7. Farò in modo che la scuola sia il mondo, e non un carcere.

8. Non trasmetterò ai miei studenti saperi rigidi e preconfezionati. La mia visione del mondo mi guiderà, ma non sarà mai legge per loro. Il dubbio e la critica saranno i pilastri della mia azione educativa.

9. Promuoverò lo studio per la vita e contrasterò lo studio per il voto.

10. Raccoglierò elementi di valutazione, rifiutando approcci semplicistici e meccanici che non tengano conto delle situazioni di partenza, dei progressi, dell’impegno e della crescita complessiva del singolo alunno.

11. Lotterò affinchè la scuola sia la scuola di tutti, la scuola in cui ogni studente possa apprendere seguendo tempi e tragitti individuali. Farò in modo che i miei studenti mi scelgano e non mi subiscano.

12. Aiuterò i miei alunni a illuminare il futuro leggendo il passato e vivendo in pienezza il presente. Li aiuterò a stare nel mondo così com’è, ma non a subirlo lasciandolo così com’è.

13. Resterò fedele a questi punti in ogni momento della mia azione educativa, pronto ad affrontare e superare tutti gli ostacoli formali e burocratici che si presenteranno sulla mia strada.

Bene,  visitatelo da voi stesso  nel   sito che lo ospita  come  la sua  perla  più preziosa.

Quando  penso  alla  scuola  mi ritrovo  davanti il passato  quando  si dava la possibilità  a docenti  incompetenti  di dettare legge, di seminare ingiustizie e prevaricazioni; e mi ritrovo  davanti il presente fatto di una miriade di professionisti   che  ai  ragazzi danno veramente la vita,  nel senso che danno le loro energie migliori.

Chiedo   di   essere tra questi  professionisti.

Vorrei avere la mia occasione.

Ma un  Ministero   che chiude le porte  e le finestre e le strade  sostenendo  di   promettere  novità, rinnovamenti   addirittura epocali e quant’altro,   sa ancora  permettere  questo?

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