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La Sentinella di Claudio Vergnani (recensione)

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Il genere horror sul mercato italiano sta vivendo un momento davvero pessimo. Poca roba pubblicata, sempre gli stessi 2 o 3 autori, qualche azzardo mal riuscito che fa desistere gli editori, e tanti che provano a imitare il proprio idolo d’oro. Oppure, abbiamo le ondate che seguono la moda del momento, soprattutto quelle nate come scia di un film pompato o di un serial di successo.

La copertina finale

La copertina finale

Dopo Twiligth c’è stata l’invasione di vampiri e licantropi, dopo The Walking Dead quella dei morti viventi. L’unica maniera per smuovere il nostro mercato pare sia sperare in qualche film che ci spinga gli editori a proporre o riproporre qualsiasi cosa sulla tematica che va di moda. A volte porta anche benefici, perché in mezzo a tante porcherie, escono autori che non venivano considerati o altri che sono autentiche sorprese.
Pare ci sia da ringraziare, e questo è tutto un dire, la corrente vampirica di qualche anno fa per averci dato Claudio Vergnani, che con la sua trilogia sui vampiri ha rinfrescato il genere. Meno male, davvero.
E Claudio non si è fermato, per fortuna, continuando a proporre la sua visione dell’horror, intrisa di noir e umorismo, senza mai perdere la propria voce, l’impronta che lo caratterizza.

Negli anni, Claudio ha sperimentato, e questa volta pare si sia allontanato dall’horror che lo ha reso famoso. Lo aveva già fatto con Per Ironia della Morte, è vero, scrivendo un action/noir di tutto rispetto, con uno dei protagonisti della trilogia dei vampiri.
A questo giro, è andato oltre, scrivendo una distopia che viene definita thriller in copertina, ma che vi assicuro potrebbe essere classificata horror. Ma la base è distopica, come vi dicevo sopra, e Vergnani parte proprio da questo, dal creare un’ambientazione ex novo, tutta sua, dove il mondo che conosciamo è cambiato radicalmente, diventando un luogo dove la Chiesa sembra l’ultimo crudele baluardo contro la fame e la disperazione, rappresentata dai folli cannibali che vivono al di fuori dalle mura difese dal Papato.

La copertina che venne mostrata nell'anteprima

La copertina che venne mostrata nell’anteprima

Detta così, potrebbe forse ricordarvi altro, ma siamo di fronte a Vergnani, un autore che sa stupire reinterpretando tematiche conosciute alla sua maniera. E lo fa anche questa volta, ve lo assicuro.
Il libro è diviso in due parti, due blocchi continui senza interruzioni di capitoli, e ben distinti tra loro. Nel primo, assistiamo alla dura selezione del corpo delle Sentinelle, l’élite della Chiesa, in cui i disperati cercano di entrare per potersi assicurare pasti caldi e un lavoro, nella seconda, invece, il ritmo cambia, e si entra nel vivo dell’azione.

Diciamo che la parte iniziale serve soprattutto a farci capire dove ci troviamo, perché l’estenuante selezione viene saggiamente inframmezzata da brani in corsivo in cui ci vengono dati accenni di come il mondo si è trasformato, arrivando a essere così.
Ma è nella seconda che tutto accelera, prendendo una piega forse inaspettata. Se all’inizio ci pare che Vergnani sacrifichi uno dei suoi punti di forza, i dialoghi ironici e coloriti, nella seconda la storia si evolve in maniera differente, e il lettore attento durante la parte uno, si troverà immerso completamente nel mondo che ci era stato descritto.

Ancora una volta, Vergnani dimostra di aver coraggio e un grande talento, ma soprattutto una propria identità, e di sapere sperimentare senza paura, senza dover per forza seguire le altre correnti e perdere così la propria voce.
Se siete amanti delle distopie, sarete soddisfatti. Se siete amanti dell’horror, pure. E se vi piace Vergnani, inutile che aggiunga altro.


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