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La sera che perdemmo i nostri diritti

Creato il 09 ottobre 2010 da Ilrusso
Marco ha passato i trenta da un pò e si avvia a lunghe falcate verso i quaranta, Marco è stato mio compagno di banco alle superiori e da lì è nata un'amicizia impermeabile al tempo, alle donne, alle vicissitudini della vita, un'amicizia che si è sempre basata sul comune senso di ribellione alle ingiustizie, sulla solidarietà nei confronti dei più deboli, sulla voglia di sputare in faccia a chi provava a passarci sopra solo perchè spessissimo ci trovavamo in disaccordo con la maggioranza.Marco non ha mai avuto un rapporto fortunato con il lavoro, ma qualche anno fa trovò posto in un grande call center e, partendo da interinale e passando poi per qualche contratto a termine, ad un certo punto si trovò in tasca un contratto a tempo indeterminato.Poi è arrivata la crisi, comodo alibi per molte aziende per ridurre il "costo del lavoro". Marco da un bel pò di tempo è in cassa, s'è fatto prima quella ordinaria e poi quella straordinaria, fino a che in settimana è stato convocato dalla sua azienda.
La sera che perdemmo i nostri diritti
"Cosa ti aspetti da questo colloquio?", gli è stato chiesto dal responsabile delle "risorse umane".Al suo posto io sfacciatamente avrei risposto "Un premio per aver sopportato tutta la merda che mi avete fatto ingoiare in questo anno e passa, mentre molti miei colleghi continuavano a lavorare", ma Marco ha candidamente detto "Che sia arrivato il momento di farmi rientrare".Come no? Gli è stato spiegato che non sarebbe rientrato facendo le stesse cose perchè, insomma, molte cose erano cambiate in più di un anno nella dinamica aziendale (n.d.r. demansionamento), che avrebbe dovuto essere disponibile a coprire i buchi che via via si sarebbero potuti creare in altre filiali (n.d.r. trasferimento), che magari al suo rientro la sua vita professionale non sarebbe filata via costante e liscia come prima (n.d.r. un pò di sano mobbing).Com'è come non è, Marco è uscito da lì con la promessa, da lui accettata, di sei mesi di mensilità pagate in cambio delle sue "spontanee" dimissioni...
Sono sbottato
"Non è possibile, non puoi accettare una roba simile, ti metto in contatto immediatamente con qualcuno in CGIL, non puoi lasciargliela vinta così a buon prezzo: rendigli la vita grama, sbattiti in mutua e poi digli che se ti vogliono licenziare lo facciano pagandone le conseguenze e almeno non ti perdi la disoccupazione!"Risposta?"Ti ringrazio, ma lascia perdere. Preferisco chiudere il più in fretta possibile con quella gente, vadano affanculo."
Marco ha passato i trenta da un pò e si avvia a lunghe falcate verso i quaranta,  Marco ha deciso di rinunciare a lottare per i suoi diritti, fosse anche e soltanto per spirito di conservazione e per garantirsi qualche mese in più di sopravvivenza economica, Marco ha deciso che, in un Paese dove vengono definiti terroristi quelli che osano contestare i sindacati gialli mentre quelli che sbattono in mezzo a una strada in cambio di un piatto di lenticchie i lavoratori con la scusa della crisi continuano a fare profitti su profitti, non vale più la pena tentare di fare resistenza per la propria dignità di lavoratore.Marco ha deciso di rinuciare ai propri diritti perdendoli una sera di questo inizio autunno, e ad ogni Marco tutti noi perdiamo qualcosa di quei fottuti diritti.

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