La Serracchiani nel mirino della Corte dei Conti.

Debora Serracchiani, presidente della regione Friuli Venezia Giulia e vicesegretario del Partito democratico, finisce nel mirino della Corte dei conti. La procura regionale dei giudici contabili ha aperto due fascicoli per capire se ci possa essere stato un danno alle casse pubbliche o una infrazione ai regolamenti per due assunzioni negli uffici regionali avvenute qualche mese fa tramite il ricorso ad agenzie interinali.
Entrambi i soggetti, attaccano le opposizioni di Forza Italia e Movimento 5 Stelle, sarebbero stati assunti in virtù della vicinanza politica con la governatrice. Il primo, Davide Bonetto è vicesindaco di San Giorgio di Nogaro in quota PD e soprattutto è amico da anni del marito della Serracchiani.
Il capo di gabinetto della Giunta regionale, Agostino Maio, esecutore materiale dell’assunzione, ha però rigettato al mittente le accuse di favoritismi: La professionalità richiesta ha fatto riferimento alla funzione precipua dell’Ufficio, struttura di staff priva di funzione strettamente amministrativa gestionale, ma supporto degli organi di governo nell’esercizio delle funzioni di indirizzo politico. Per tale ragione è stata richiesta capacità di analisi istruttoria e relazionale. In questo contesto appare evidente che grande peso viene dato a chi conosce bene le istituzioni regionali, il territorio.
L’altro fascicolo riguarda invece la posizione di un consigliere comunale di Udine di SEL, Massimo Ceccon, chiamato a lavorare nella Direzione regionale Infrastrutture. Una qualifica che mal si concilia con la sua laurea in Scienze alimentari: per questo l’ufficio del procuratore della Corte dei conti Maurizio Zappatori ha già chiesto chiarimenti.
Il precedente di Renzi - È singolare come la Serracchiani sia finita sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti in maniera più o meno analoga a quanto accadde tre anni fa a Matteo Renzi. L’attuale premier è stato infatti condannato in primo grado nel 2011 per danno erariale. Motivo?
Quattro assunzioni di soggetti non laureati inquadrati con un contratto di tipo D, anziché C.