«Non mi piacciono i capelli tagliati, non mi piacciono le ascelle rasate, non mi piace l’erba falciata; credo di portare in me un istinto che non si lascia civilizzare. Forse per questo anche oggi ho paura dei telefoni pubblici, degli ascensori, dei computer per non dire altro. La donna si mette le gambe sotto di lei, tira l’angolo della gonna sulle caviglie e fa gli occhi piccoli e obliqui da mucca. L’uomo è seduto sullo sgabellino basso di fronte a lei in una posizione scomoda; per colpa delle gambe lunghe deve alzare le ginocchia fino quasi al mento, porta una camicia bianca di lino ordinaria con le maniche alzate fin sopra i gomiti. Ha le braccia abbronzate, muscolose e i capelli tagliati molto corti, la guancia è coperta da un inizio di barba rossiccia. È, o meglio pare, non rasato, come si direbbe, il prototipo dell’uomo bravo a letto. Mostra almeno venticinque anni meno di lei. La donna ha superato per bene i sessanta.» Inizia così la narrazione, Nora Iuga, nel suo romanzo “Sexagenara şi tânărul”, apparso per la prima volta nel 2000 e sconvolgendo non poco il pubblico. Nel 2012, la casa editrice Polirom fa uscire una nuova edizione del romanzo dell’autrice ultraottantenne, una figura di rilievo per il panorama intellettuale romeno.
“La sessantenne e il giovane” è il titolo in italiano, pubblicato da Nikita Edizione traduzione a cura di Ileana M. Pop, e lascia intuire già chi siano i protagonisti. Una donna di sessant’anni e un giovane, appunto. Abituati forse alle narrazioni che sviscerano piani sentimentali, di primo acchito potremmo pensare che l’autrice abbia voluto parlare di moderne forme d’amore, che nascono tra donne mature e giovani adoni, un tema che nella letteratura romena non è mai stato trattato. Se cercavamo questo, resteremo delusi, almeno parzialmente. Anna, la sessantenne, è una poetessa. Il giovane è un suo fan e vorrebbe sapere qualcosa in più sul suo percorso professionale. È un aspirante scrittore. La narrazione, dunque, ha la forma di un monologo, perché il giovane resta in silenzio e a volte è annoiato, ci racconta Anna, per tutto il romanzo. Sappiamo poco di lui: ha gli occhi verdi e vorrebbe diventare scrittore. Di Anna, invece, scopriamo anche i pensieri più fluidi che le passano per la mente.
E scopriamo che in lei, l’interesse per il giovane non manca e ciò che accade tra le pagine del romanzo dà la sensazione di aver infranto un tabù. Ogni pulsazione, tuttavia, resta a livello interiore, come analisi lucida e autentica che Anna esegue su di sé, senza mai abbandonare questo spazio immateriale. Un amore impossibile, ci pare di cogliere la conclusione di Anna, riflessiva e stanca, mentre con maestria ha intrecciato i propri desideri all’esposizione della sua vita da artista.
«Come una Sherazade del ventunesimo secolo, Anna intreccia racconti uno dopo l'altro, storie del suo passato, della letteratura, dei letterati e delle loro vite amorose, della dittatura romena, della sua amica Terry… », spiega la quarta di copertina del volume in italiano, ed è proprio questa la sensazione: aver dinanzi una Sherazade odierna.
Nora Iuga, pseudonimo di Eleonora Almosnino, è nata il 4 gennaio 1931 a Bucarest. Laureata in Filologia presso l’Università di Bucarest, è una traduttrice, poetessa e scrittrice romena. Ha esordito, nel 1968, con il volume di poesia “La colpa non è mia”, a 37 anni. Nel 2009 ha vinto la più importante borsa offerta dalla Germania a uno scrittore straniero: la DAAD. Il romanzo “La sessantenne e il giovane” è uno dei più tradotti nel mondo, l’edizione italiana è del 2011 ed è edito da Nikita Edizioni.
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