Quando e come hai iniziato a scrivere? Cosa rappresentava la scrittura per te? E oggi?
Ho cominciato a scrivere piuttosto tardi, anche se in realtà ho cominciato a raccontare storie molto prima, quando da adolescente mi capitava di fare da babysitter ai miei fratelli più piccoli e raccontavo loro storie che inventavo sul momento. Un giorno qualcuno mi ha detto: «Sei brava a raccontare storie, perché non le scrivi?». Così, mi sono procurata un computer portatile di seconda mano e ho cominciato a scrivere. Da allora non mi sono più fermata. Considera che sono sempre stata un’appassionata lettrice, e mi sono formata sui classici della letteratura gotica e romantica, quindi fin dall’inizio le mie influenze più forti sono quelle romanzi come "Il rosso e il nero" o "Madame Bovary" almeno quanto le poesie dei poeti maledetti o i racconti di Poe. Rispetto ai miei esordi, probabilmente oggi ho maggiore consapevolezza nell’usare lo “strumento” della scrittura.
Come è iniziato il tuo iter di pubblicazione? Quale è stato il tuo primo libro pubblicato?
Ho inviato il manoscritto del mio primo romanzo "La ragazza dalle ali di serpente" ad alcuni editori a cui secondo me poteva interessare. È un romanzo “di formazione”, con una forte componente erotica e un mistero di sottofondo che collega tra loro le tre protagoniste del libro. La prima a rispondere è stata una piccola casa editrice romagnola, che mi ha proposto un contratto di pubblicazione. Inizialmente ho scelto di uscire sotto pseudonimo, ma poi è arrivata la vittoria al Gran Giallo Città di Cattolica con il racconto Una storia da rubare, che è stato pubblicato nella collana Il Giallo Mondadori. Così, quando è arrivato il momento di pubblicare il mio secondo romanzo con la bolognese Perdisa, la fiaba nera "La collezionista di sogni infranti", ho dovuto abbandonare lo pseudonimo.
Ultimamente è uscita la tua trilogia per la Mondadori.. pensi ci siano differenze significative tra una grande casa editrice e una casa editrice emergente?
In Italia ci sono molte case editrici piccole che lavorano ai testi con serietà e professionalità. In Perdisa ho avuto la fortuna di lavorare con il compianto Luigi Bernardi, che era stato editor Einaudi e fondatore della collana Stile Libero Noir insieme a Carlo Lucarelli. La differenza sostanziale tra piccole e grandi case editrici credo risieda nella maggior distribuzione. Uscire con una grande casa come Mondadori permette senza dubbio una visibilità maggiore.
Uno scrittore punta di più a una casa editrice importante con maggiore visibilità? Come fare il "salto di qualità"?
Il salto di qualità… credo si giochi soprattutto sulla qualità del testo che si va a proporre. È indispensabile una certa dose di modestia, rileggere molto ciò che si è scritto e riscriverlo se necessario. Il primo critico del proprio romanzo deve essere l’autore stesso.
Consigli per nuove e affermate case editrici? E per gli scrittori emergenti?
Agli scrittori emergenti consiglio di partecipare ai concorsi letterari, quelli seri che consentono di essere letti dagli “addetti ai lavori”. Di non seguire le mode ma di seguire soprattutto la voce dei personaggi. Alle case editrici auguro coraggio e determinazione nel proporre materiale di qualità piuttosto che seguire il mercato. Perché sono fermamente convinta che il mercato… premia gli audaci.
Scarlett.
È recentemente stata raccolta l’intera saga di Scarlett in un unico volume intitolato «Scarlett – La trilogia» che contiene i primi due volumi e l’inedito «La terza luna». Si tratta di una saga young adult la cui protagonista, Scarlett, è una ragazza caparbia e sognatrice che finisce per innamorarsi del ragazzo “sbagliato”: Mikael, bassista della band più popolare del liceo che frequenta. Mikael è un mezzo demone, e finisce per coinvolgerla suo malgrado nella lotta millenaria con le forze demoniache che vorrebbero riprendere il controllo della Terra. Scarlett è una ragazza che si sente diversa da tutte le altre, ama rifugiarsi nella lettura e, come tutti noi, si trova a compiere delle scelte, a costo di sbagliare. L’ambientazione della saga è una Siena suggestiva, ricca di mistero. Ognuno dei romanzi della serie ha un forte richiamo verso le tradizioni locali e alla religione, a partire dalla figura di Mikael, ispirato all’arcangelo Michele, che con la sua spada fiammeggiante era posto a guardia delle gole da cui il male poteva risalire.