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La Settimana della Cultura “U sceccu e janattinisi“

Creato il 17 marzo 2013 da Canicattivi @CaniCatTweet

All’Assessore Marilena Miceli

Al Consigliere Fabrizio Cultrera

e p.c. Ai lettori

 

 

Oggetto: Proposta per una settimana della Cultura: “U sceccu e Janattinisi“

Da troppo tempo, e non solo a Canicattini, la Cultura viene considerata soltanto come un elemento che può determinare attrazione turistica e ne stiamo perdendo probabilmente il vero scopo e significato. La Cultura è innanzitutto accrescere le proprie conoscenze, e ad innalzare il patrimonio culturale di una città.

Siamo certi che tutti i canicattinesi conoscono, la storia, le tradizioni, l’arte, il paesaggio ecc. ecc. di Canicattini?

Allora l’idea è questa, considerato che siamo “scecchi“ e che la nostra “scecchitudine“ nasce dalla non conoscenza, perché non proporre una settimana di Cultura di Canicattini per i canicattinesi, dedicata a grandi e piccini?

La cultura “ro sceccu“, in second’ordine potrebbe interessare anche turisti, e soprattutto “U sceccu è Janattinisi“ oppure “u sceccu e u janattinisi“ cioè “sceccu e Janattinisi sono due fenomeni diversi” cioè “na cosa è u sceccu e na cosa è u Janattinisi”, oppure i due termini possono essere usati indifferentemente, poiché assumono lo stesso significato.

Coinvolgere il Professore Ficara, il Prof. Bartolo Mozzicato, Tanino Gulino, Paolino Uccello, Peppe Bonfiglio e chissà quanti altri, per parlare di Canicattini di quello che siamo stati, siamo e saremo. Magari per rendere più interessante ed appetitosa la settimana, inserire per esempio un Salvatore Di Mauro (intendo il teatro) per dare un tocco di ironia ad un argomento serissimo come la Cultura.

 

Conferenze, essendo in estate, direttamente in luoghi di importanza culturale strategica per il nostro paese, e poi un giorno dedicato alle curiosità: Perchè nello stemma di Canicattini è rappresentato un Agnello Pasquale che assomiglia ad una Pecora, è pertinente con la nostra proverbiale “pecuraggine“, perchè siamo “perciazzucca“, oppure i canicattinesi sono capaci di “smuruddàrisi“ cioè fare funzionare il cervello alla pari degli altri esseri viventi, o come su sono assimilabili “o sceccu“.

 

Considerata la difficoltà economica delle Casse Comunali, specie per la Cultura, la città potrebbe autofinanziarsi, con un euro a cittadino raggiungendo l’interessante somma di 5.000 euro. Quest’ultima proposta non so se troverà terreno fertile, perchè il Canicattinese se “le cose“, “tutte le cose“ sono gratis, partecipa, se c’è da pagare anche un euro fioccano impegni più importanti.

Paolo Giardina

 


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