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La sfortuna di essere il primo

Creato il 20 ottobre 2013 da Giuseppeg
LA SFORTUNA DI ESSERE IL PRIMO Iolao era figlio di Ificlo, sovrano di un piccolo villaggio di pescatori che si chiamava Filace. Questo sovrano aveva stentato moltissimo ad avere figli, per via di una maledizione di Artemide a seguito di un sacrificio compiuto male. Quando finalmente gli nacque un maschio, non immaginò neppure lontanamente che il destino e la sfortuna si sarebbero accaniti contro di lui. Il fatto è che si innamorò della ragazza sbagliata: non per colpa sua, intendiamoci, perché anzi lei lo amava alla follia, ma per il suocero che la sapeva lunga e che gli tese uno sleale tranello. 
Era accaduto che, allo scoppiare della guerra di Troia, il sovrano di Iolco, Acasto, aveva promesso venti navi a Menelao, e aveva promesso di guidarle lui stesso. Ora, di andare a morire per Menelao il sovrano di Iolco non ci pensava neppure, ma non sapeva come fare per non perdere la faccia. Pensò allora ad un geniale escamotage: il giovane Iolao, che pretendeva di sposare sua figlia Leodamia, era anch’egli di sangue reale, e poteva benissimo condurre le sue navi al posto suo. Detto fatto, gli concesse in tempi record la mano della fanciulla, a condizione di partire l’indomani per la guerra. Il povero ragazzo accettò, e dopo qualche ora di gioia fu tirato giù dal letto dallo squillo della tromba: la flotta era pronta e bisognava partire.
Ora, si deve sapere che c’era una grave maledizione che gravava sulla testa degli Achei: il primo fra loro che sarebbe sbarcato nella terra di Troia sarebbe stato ucciso immediatamente. La madre di Achille, Teti, questa cosa la sapeva: fu proprio per questo che trattenne suo figlio quando questi stava già per scagliarsi contro i nemici a terra. Solo che, contemporaneamente, diede anche uno spintone al nostro povero Iolao che, poverino, finì dritto sulla lancia del più terribile fra i Troiani, Ettore, e morì così infilzato come un tordo. Il suo nome venne cambiato in Protesilao, che significa appunto “il primo fra tutti”.
LA SFORTUNA DI ESSERE IL PRIMO Ma con la vita non finivano i guai. Persino nell’Ade lo sfortunato eroe si lamentava delle sue disgrazie, tanto da muovere a suo favore l’opinione pubblica dei morti. A chi gli si accalcava intorno lui diceva: “Se avessi Elena tra le mani…”. “Ma perché te la prendi con Elena?”, gli contestava qualcuno. “Dovresti avercela con Menelao, che ti ha trascinato alla guerra!”. “Sì, sì, con Menelao!”, gridava lui. “Ma scusa, Menelao che c’entra?”, gli obiettava qualcun altro. “Lui ha difeso il suo onore! La vera colpa è di Paride, che gli ha rubato la moglie!”. “Hai ragione, è proprio con Paride che me la devo prendere!”. “No no, scusate un momento”, eccone un altro. “Che colpa può avere Paride, lui si è solo innamorato! E all’amore si sa, non si comanda”. “Ah, se potessi avere Amore fra le mani! Lo strozzerei seduta stante”. “Eh no signori, qui si sbaglia! Amore è vero, ti ha colpito con le frecce. Ma che ragioni avevi tu di andare in guerra, lasciando sola tua moglie? E poi scusami tanto, non ti sei buttato a terra per primo?”. “È tutta colpa del Destino, allora!”, sospirò Protesilao. “Se l’avessi tra le mani…”.
Protesta oggi, però, protesta domani, alla fine la questione fu discussa davanti ad Ade in persona, che però non ne voleva sapere di fare sconti ai mortali. Fu sua moglie Persefone che lo convinse, quando gli ricordò che dopotutto anche lei andava e veniva dal regno dei morti senza per questo venir meno alle sue leggi. “E va bene”, disse il dio. “Ma ti concederò una sola notte per tornare da tua moglie, dopodiché non vi vedrete più!”. Detto fatto, Protesilao si presentò nella sua camera nuziale quella notte stessa, con il viso tutto bianco e un po’ di sangue che gli usciva dalla bocca. “Iolao, sei tu?”, gli domandò la moglie, che ovviamente non riusciva a crederci. “Sì, mia cara, sono io. Ma adesso non perdiamo tempo, ho solo poche ore per stare a letto con te. Dopodiché mi riprenderanno le ombre”. Laodamia, però, voleva solo guardarlo, per conservare il suo viso nella memoria. A un certo punto gli disse: “Aspetta! Stai fermo così, mi è venuta un’idea”. E mentre Iolao, poverino, restava fermo nella stessa posa, Laodamia gli fece una statua di cera.
LA SFORTUNA DI ESSERE IL PRIMO E siamo arrivati all’epilogo. Quando il padre di Laodamia si accorse che la figlia era abbracciata tutto il giorno ad una statua, pensò bene di aiutarla sciogliendo la stessa nell’olio bollente. Laodamia invece non gradì, e si gettò anche lei nell’olio mettendo fine in questo modo alla sua vita.
Si racconta che in Tracia, dov’è sepolto Iolao, siano cresciuti alcuni olmi giganteschi con i rami sempre carichi di fiori, in tutti i periodi dell’anno. Solamente dalla parte che è rivolta verso Troia, si dice ancora, i rami sono sempre secchi e non fioriscono mai, nemmeno in estate. 

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