La Sicilia sull’orlo del crac: ecco i motivi

Creato il 19 luglio 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

La Sicilia veleggia in acque tormentose: negli ultimi giorni il premier Monti aveva chiesto le dimissioni del governatore Raffaele Lombardo a causa delle gravi condizioni economiche in cui versa la regione, salvo poi ripensarci. Non sarà sfuggito ai più lo scambio tra il Presidente della Confindustria locale Ivan Lo Bello che aveva definito la Sicilia “la Grecia d’Italia” addossando la colpa a Lombardo, il quale ha elegantemente risposto: “Che vada a morire ammazzato”.

La Sicilia è la regione con il più alto debito del Paese: 21 miliardi. Il buco è stato causato da anni di malagestione e magna magna politico. La Sicilia è una regione a statuto speciale e in virtù degli accordi con Roma si tiene il 100% delle entrate fiscali e gode di una legislazione particolare, i governanti ne hanno approfittato a piene mani.

La Sicilia ha il maggior numero di dipendenti pubblici (22 mila) e i loro stipendi, sommati agli assegni per i pensionati, assorbono l’80% del bilancio. Nonostante la crisi fosse palese, anche nel 2011 sono state effettuate 4590 assunzioni. Nell’ultimo anno solare le spese sono salite dell’1,5% mentre le entrate sono scese del 13%. 

Ma le magagne sono soprattutto ai piani alti. Il governatore Lombardo guadagna 15.600 euro al mese (10.290 come consigliere e 5290 di indennità di carica), 6.000 euro in più di Formigoni che regna sulla Lombardia che ha il doppio degli abitanti, il doppio rispetto al piemontese Cota e al sardo Cappellacci.

L’Assemblea regionale è composta da 90 deputati che incassano 9257 euro netti al mese, con benefit degni dei colleghi di Roma: ricche diarie, autoblu (134 in tutto) e telefoni con credito illimitato. Non si lamentano gli altri dipendenti di Palazzo d’Orléans: uno stenografo arriva a guadagnare 6295 euro al mese, il segretario generale 13 mila, il segretario generale aggiunto 11. Per non smentirsi, ad aprile la Regione ha assunto altri 157 autisti, 55 nuovi sorveglianti e 30 camminatori, commessi di piano destinati a spostare le pratiche.

Il numero di dirigenti è abnorme: 1835, uno ogni 8,4 dipendenti e non manca qualche assurdità tra commissioni e società controllate. La Commissione per la qualità della legislazione lavora dieci minuti al mese dal 2008 e ha assicurato ai nove deputati che ne fanno parte 250 mila euro di indennità aggiuntive. Il consorzio Maac che da 28 anni cerca inutilmente di costruire il mercato agroalimentare di Catania ha bruciato 28 milioni. Il Sicilia Patrimonio Immobiliare è stato istituito nel 2006 per vendere i palazzi dismessi della Regione: non ha effettuato alcuna operazione ma il presidente ha comunque intascato 105 mila euro all’anno. I forestali sono 30 mila, dieci volte in più di quelli lombardi, ma gli ettari da gestire sono molti di meno.

Piange anche la sanità al primo posto pe prestazioni sanitare inappropriate e inadeguate e sul podio per costi della farmaceutica e dei servizi sanitari. Le assunzioni non si sono fermate: per gestire 256 ambulanze negli ultimi anni sono stati assunti 3360 autisti, il doppio dei dipendenti del 118 di tutte le altre regioni.

Sostanzialmente negli ultimi anni la Sicilia è stata usata dai politici come un grande bancomat e ora è tempo di saldare il conto.

Fonte: La Stampa


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