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La sicurezza sul lavoro non è mai troppa

Creato il 13 dicembre 2011 da Fabio1983
La morte del giovane operaio (appena ventenne) provocata del crollo del palco allestito al Palasport di Trieste per il concerto di Jovanotti accende i riflettori su una questione che abbiamo affrontato più volte su queste pagine: la sicurezza sul lavoro. Non se ne parla abbastanza, ma quasi ogni giorno c’è chi perde la vita. O che, bene che gli vada, subisce un infortunio. Spesso sono lavoratori in nero, pagati una miseria, privi di qualsiasi difesa. L’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) aggiorna sistematicamente – uno ad uno – i singoli casi di morte e di infortuni raccogliendo le informazioni della stampa locale. Tanto per rendere l’idea, a novembre hanno perso la vita oltre 30 persone. Certo, il fatto di lunedì è di quelli eclatanti perché coinvolge – in maniera del tutto marginale, sia beninteso – un personaggio noto, il quale scrive il proprio dolore su Twitter e che decide in seguito di sospendere un intero tour. E chissà, magari a causa di tutto ciò, obbliga il mondo dell’informazione – talvolta pigro dinanzi ad avvenimenti del genere – ad indagare un po’ più a fondo e a scoprire che il giovane operaio era lì, a lavorare per cinque euro l’ora. Ma non è questo il punto. Al di là delle tutele economiche e contrattuali, al lavoratore deve essere garantita la propria incolumità. Maggiore produttività non significa maggiore esposizione al pericolo, anzi. Né la crisi può considerarsi l’attenuante di questa “guerra a bassa intensità” laddove lo scopo è piuttosto eludere i costi della messa in sicurezza. Si aggiunga inoltre l’errore umano, quella frivolezza ad affrontare la quotidianità che purtroppo è sempre da contemplare. Non ci sono morti di Serie A e morti di Serie B. Ci sono persone che si recano al lavoro e che rischiano di non fare ritorno a casa. Avviene nei cantieri più sperduti come nei luoghi di festa. Una condizione assolutamente intollerabile.
(anche su T-Mag)

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