Tutte le notti Mamma mi portava con se ad aiutare Zia Assunta a fare il pane,a quei tempi si faceva per una settimana almeno ,ma ricordo che era molto piu profumato allora dopo 6 giorni, che ora appena comprato.
Dicevo, Zia Assunta era una donnina che non poteva avere piu di 50 anni ma secondo me poteva averne anche 80 dalle rughe che solcavano il suo viso,alle 10 di notte si riunivano le vicine di casa e cominciavano ad impastare farina acqua ,sale e lievito madre ,che piu tardi sarebbe diventato il pane fragrante dei miei ricordi.
Verso le tre del mattino la fatica era quasi finita ,rimaneva solo da sistemare gli attrezzi e fare pulizia .Voltando lo sguardo verso mia madre vedevo che parlava con una donna che non avevo mai visto era molto bella e una veste bianca la vestiva come una statua , i capelli scuri raccolti in una crocchia legata da un nastro bianco e una collana di perle al collo.Ho pensato fosse una “signora” venuta da Cagliari qua a Villacidro ,per respirare la nostra aria salubre e riposarsi ,il nostro paese ,con la sua pineta el e sue fresche acque era la meta ambita dei cittadini.
Chiesi a mia madre chi fosse, e lei mi rispose che nemmeno lei la conosceva e credeva fosse una amica di Zia Assunta.
La vidi per altre notti ancora che aiutava le massaie a fare il pane e riordinare ,ma non la sentii parlare nemmeno una volta.
Una notte le donne incuriosite da questa presenza insolita le chiesero chi fosse e se volesse prendere il caffe con loro a fine lavoro ,ringraziondala dell’aiuto.
La “signora “disse :< grazie ma non prendo il caffe> allora le offrirono i pistoccus e della frutta,la donna declino con eleganza l’offerta e sorrise ,avevo notato che per aiutare le massaie sceglieva sempre la stessa posizione, nell’angolo della spianatoia di spalle al camino.
La volta dopo che mia madre mi porto’ con se non vidi la “signora” e le chiesi come mai non era la,non lo sapeva neppure lei. Zia Assunta aveva sollevato l’ipotesi che fosse tornata a Cagliari e il discorso scivolo via. A fine lavoro sistemando la cucina e preparando il caffe per la colazione, mamma mi disse di prendere la ramazza e levare via i residui d’ impasto che incrostavano le mattonelle di marmittone consumato che formavano il pavimento della cucina. Presi la scopa di saggina e feci del mio meglio,ma avevo 11 anni e la mia esperienza era poca ,allora Zia Assunta ,padrona di casa con un sorriso mi prese la scopa e sfrego lei il pavimento. La scopa le si impiglio’ in una piastrella mezzo divelta, proprio quella su cui stava quella dama cosi bella e dolce,con uno sbuffo zia assunta disse che la casa crollava a pezzi di giorno in giorno e che purtroppo non aveva denaro per ripararla,il dopoguerra qua a Villacidro era piu duro che in citta’.strappando la scopa venne via anche la piastrella e sotto di essa come potemmo vedere, tutte c’era un involucro di tela di iuta legata con un nastro bianco,che poi mi ricordai era lo stesso che legava la crocchia alla “signora”.
Zia assunta apri sbigottita l’involucro e vide che all’interno cerano dei gioielli che piu tardi avrebbe venduto e con il ricavato ristrutturato la casa .Allora mi ricordo il fioccare delle ipotesi sul fatto ,ma rimase la convinzione che quella dolce “signora” non fosse di questa terra ma un angelo sceso per aiutare quelle povere donne che per sbarcare il lunario faticavano non poco da mattina a sera,Ha !! Dimenticavo parte del denaro è stato diviso con le altre signore e a mia madre quel piccolo compenso l’hanno aiutata a crescere me e altri 6 figli con decoro .
Oggi sono qua con una laurea in matematica che piango la scomparsa di zia Assunta e davanti alla sua tomba volgo lo sguardo al di la della lapide e incontro una vecchia foto affissa ad una croce ,sorrido e non mi stupisco leggendo la scritta : ” Alla dolce Annina scomparsa il giorno della nascita del suo primo figlio ” Era la fotografia della donna che veniva a casa di zia Assunta morta 80 anni prima.