«Elvira Sellerio è morta. Aveva un nome immenso da pietra angolare, non da semplice e fallibile essere umano, anche se era – dicono – una donna umanissima, scorbutica e dolcissima, capace di tenere in sè anime distinte e separate, come talvolta riesce a certi prodigiosi romanzieri che solo nell’ultima pagina azzeccano la sintesi del gran finale. Elvira – la chiamiamo così, col tu che si deve ai grandi, pur senza averla conosciuta personalmente - ha già guadagnato la sua eternità, ricadendo come parola e corpo negli scaffali delle librerie, con la sua opera inimitabile e unica, da pioniera delle luce studiata dei volumi. Alla fine si è consunta, come tutti, e ha lasciato il suo corpo di fragile carne. Ma non è un libro strappato, il resoconto della sua vita. E’ un libro che si chiude con un fruscio di pace». Roberto Puglisi, Livesicilia
- Sul Fatto quotidiano il ricordo di Ferdinando Scianna