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La signora del tempo (5) / La scoperta di Linda

Da Fiaba


Venerdì 15 Aprile 2011 20:54 Scritto da marzia.o

Qui tutte le puntate.

La serata sta giungendo al termine, ed era stata un successo ma Luce era irrequieta, non ne capiva il motivo, tutti si erano complimentati con lei per la splendida festa, persino sua madre che aveva sempre qualcosa da ridire sembrava soddisfatta, e allora perché quella agitazione? Domanda senza risposta si disse Luce, sua madre gli stava parlando e lei dovette fare uno sforzo per risponderle a tono:

«Lo sai tutti mi hanno fatto i complimenti per il tuo vestito».

«Davvero? Lo porto io e fanno i complimenti a te», rispose Luce distratta.

«Tutti conoscono il mio buon gusto».

«Be’ io direi che è più il gusto della nonna».

«Voi dire che quest’abito era di tua nonna?».

«Già», infatti, quella sera Luce dopo d’aver scartato tutti i suoi abiti da sera era tornata alla macchina del tempo e dopo d’aver cercato negli armadi delle innumerevoli camere aveva trovato l’abito per indossare quella sera.

«Che strano però, che tua nonna avesse un abito del genere, mi sembra d’averlo visto in una vetrina d’un negozio l’atro giorno».

Luce non rispose, ma sorrise all’idea che con molta probabilità sua nonna l’avesse veramente comprato due giorni prima, ecco una delle tante possibilità che la macchina del tempo aveva, andare nel futuro, e subito dopo tornare a sessant’anni indietro, questo però le fece venire in mente che in quel momento la “M. T.”, così aveva deciso di chiamare la macchina del tempo, dava energia alla casa, se lei avesse cominciato a viaggiare avrebbe lasciato la casa senza energia, doveva studiare una soluzione per evitare di lasciare l’abitazione al buio, Stava ancora riflettendo sul problema quando vide avanzare verso di lei il padre e il fratello maggiore in compagnia di un terzo uomo, quando le furono vicino il padre disse all’uomo:

«Signor Valens, posso presentarle mia moglie Magda e mia figlia Luce».

L’uomo degnò appena di uno sguardo Magda, mentre si concentro su Luce e infine le disse:

«È un vero onore conoscere una donna tanto bella e capace».

Appena l’uomo le aveva stretto la mano, Luce si era trovata avvolta da fiamme altissime, la devastazione era sparsa sul suo pianeta come una delle sette piaghe d’Egitto, urla di terrore e di morte stavano colpendo le sue orecchie, sfere di metallo rotanti che invadevano tutto il cielo, e l’uomo rideva della devastazione che aveva causato, ma le immagini scomparvero appena egli ritrasse la mano. Luce rimase un attimo in silenzio poi rispose:

«Lei è molto galante, ma le mie capacità vanno ben oltre ad organizzare feste, ma sicuramente un uomo ambizioso può vedere in una festa molte possibilità».

«Arguta, mi piace, le va di ballare?». A Luce quel uomo non piaceva, in quel sorriso c’era qualcosa di falso, l’aspetto dell’uomo non era sgradevole, capelli corti naso un po’ appuntito, occhi azzurri, ma lei sapeva che nascondevano un piano distruttivo, non aveva nessuna voglia di ballare con quell’uomo ma voleva saperne di più così accetto l’invito. Le immagini che ricevette furono più chiare che mai, quell’uomo doveva essere fermato, e doveva anche fare in modo che non trovasse la sua M. T. altrimenti sarebbero stati guai e inoltre doveva trovare il signore del tempo al più presto. Alla fine del ballo l’uomo chiese a Luce di rivederla, ma lei rispose che se tempo avesse voluto loro si sarebbero rivisti, poi si era allontanata con il vestito che svolazzava. Mentre tornavano versa casa Luce domandò al fratello:

«Il signor Valens, ha chiesto le origini della nostra famiglia?».

«Sì, io gli ho risposto che è una delle più antiche famiglie di Londra, perché?».

«Quell’uomo non mi piace, è pericoloso, e non voglio che ficchi il naso in casa nostra».

«Quanto pericoloso?», chiese Ronald sapeva quanto infallibile era l’intuito della sorella.

«Tutto quello che tocca lo distrugge, non voglio che distrugga anche noi».

«Ho capito, vedrò di allontanarlo con gentilezza».

«È un’ottima idea Ronald».

Nei giorni che seguirono Valens fu dimenticato, Luce riflette sul fatto che per liberare la M. T. avrebbe dovuto costruire un genitore di corrente, e dopo d’averci pensato comprese che l’unico generatore adatto era quello ad energia quantistica, ma sapeva anche che ci sarebbe voluto un periodo lungo, quindi doveva trovare un altro modo per viaggiare nel tempo; in suo aiuto gli venne proprio la macchina del tempo. La macchina del tempo fece quattro regali a Luce, anche se l’idea di sfruttare il medaglione di suo padre e di sua nonna fu di Luce, con il primo creò uno scudo protettivo, con il secondo avrebbe potuto viaggiare nel tempo e nello spazio, gli altri due fu una specie di porta documenti, ma a schermo bianco, che ha secondo delle esigenze della ragazza diventava il documento che serviva al momento, oltre che fornire dati sul luogo in cui la ragazza si trovava, l’atro oggetto in realtà sembrava una penna, ma era una penna assai speciale, assorbiva informazioni, e le trasmetteva alla M. T. la quale l’elaborava per poi ritrasmetterle alla porta documenti, ma non solo poteva anche riparare o diagnosticare riparazioni per questo o quell’oggetto in pratica una specie di penna cacciavite insieme, persino rilevare lo stato fisico delle persone e si rivelò un oggetto assai utile, ma anche in questo ci volle un po’ di tempo, meno del precedente progetto ma qualche giorno sì. Linda era una bambina sveglia e aveva cominciato ad osservare la zia e le sembrava sempre più strana, tutto era cominciato la mattina che si era seduta a tavola per la colazione, da quando aveva memoria, la zia alla mattina beveva caffè, ma quella mattina si era seduta dicendo che aveva un gran mal di testa e aveva chiesto una tazza di the, dopo d’averlo bevuto aveva dichiarato che il mal di testa era totalmente sparito, da quel momento il caffè era sparito dalla loro tavola, alla bimba però ciò che le sembrava assurdo era quando la zia diceva: “Vado nello studio”, poi quando Linda l’andava a cercare lei non c’era e nessuno l’aveva veduta uscire, questo era un vero mistero, la cosa andava avanti da diversi giorni, alla fine la bimba decise di scoprire dove andava la zia. Linda finì la colazione, poi domandò se poteva andare a prendere i colori e l’album da disegno, nessuno gli disse di no, mentre usciva sentì il padre che chiacchierava con la zia, ovviamente non andò in camera sua, ma andò nello studio, e si nascose dietro il divano, non aspettò molto, sua zia entrò nello studio, presa la borsa del computer portatile, si avvicinò alla libreria piegò un libro e la libreria si aprì in due, la ragazza scomparve all’interno del varco, e la libreria si richiuse. Linda rimase perplessa, perché la libreria s’era inghiottita la zia, per un momento la bimba rimase immobile poi si fece coraggio e si avvicinò alla libreria, prese una sedia e tirò un libro ma non accade nulla, lo fece ancora, al quarto tentativo la libreria s’aprì, la bambina saltò giù dalla sedia e guardò nel varco, con la luce dello studio vide i primi gradini di una scala, cominciò a scendere e superato i primi gradini il varco dietro di lei si chiuse, sul primo momento sarebbe tornata indietro, ma non sapendo come riaprire la porta continuò a scendere. Linda arrivò infondo alla scalinata e si ritrovò in una grotta, illuminata, si guardò attorno perplessa nel vedere che al centro della grotta c’era una cabina telefonica, la bimba sapeva cosa fosse perché un giorno era passata accanto a una e quando aveva chiesto cos’era, la zia le aveva spiegato cosa fosse. Linda sempre più curiosa s’avvicinò e aprì una degli ante e la sorpresa fu grande, all’interno era immenso, scale corridoi e al centro un cilindro con una sfera che girava ad spirale c’erano tre posti con tanti bottoni e seduta di fronte a uno c’era sua zia che lavorava al suo portatile, Linda dopo d’aver esaminato tutto ciò che vedeva domandò:

«Ma zia dove siamo qui?»:

Luce quando era entrata nello studio, aveva afferrato la borsa con il portatile e una volta aperto il passaggio segreto viera entrata non accortasi della nipotina, e anche ora non s’era accorta che la porta della macchina del tempo era stata aperta, era intenta a lavorare con il computer portatile, aveva scoperto che collegandolo alla M. T. funzionava molto meglio, e quando sentì la voce della nipotina sobbalzo, e sorpresa chiese:

«Linda come sei arrivata qua?».

«Ti ho seguito, non arrabbiarti zia, ma io volevo sapere dove andavi quando dicevi che: “Vado nello studio”, sono venuta ha cercati più volte, ma tu non ceri». Luce non s’arrabbio, come poteva farlo, sapendo quanto la nipote fosse legata a lei, rispose alle sue domande e le mostrò le stanze i ripostigli e altre mille cose, la bimba guarda e ascoltava con gli occhi spalancati, poi alla fine quando furono di nuovo davanti al cilindro con la sfera d’energia che saliva ad spirale, domandò, «Ma zia cosa può fare questa macchina?».

«Può portarci fra le stelle, su pianeti lontani, e avanti e indietro nel tempo», Linda la guardò con l’espressione di chi pensasse “La zia è impazzita”, stava per spiegare tutto con più chiarezza quando le luci delle tre postazioni di comando cominciarono a lampeggiare, la giovane s’avvicinò e disse:« Deve aver finito, vediamo che cosa ha combinato», aprì uno sportellino ed estrasse i due medaglioni, se li mise al collo, comprendendo che la sua richiesta era stata esaudita, poi la nipotina richiamò la sua attenzione su un'altra postazione, sempre in cassettino c’era il porta documenti, Luce lo raggirò fra le mani e seppe esattamente che funzione avesse, poi fu la volta di della penna cacciavite e anche in questo caso la ragazza sapeva cosa farsene, era finalmente pronta a partire e a svolgere il suo compito di signora del tempo.

Qui tutte le puntate.



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