Una mattina d’estate, con quel po’ di vento che non gusta, sono andata dal parrucchiere senza un’idea precisa se non la voglia di darci un taglio.
Così è stato.
Dal parrucchiere, incontri la qualunque, dalla signora della casa al mare, alla nonna tirata su male ma a modo.
Due personaggi riconoscibili a prima vista.
- Questa immagine non rappresenta i personaggi sotto citati.
La signora della casa al mare, la inquadri prima ancora che sia lei a inquadrare te. È seduta nella poltrona che aspetta il suo turno un po’ scocciata, sfoglia la rivista dei tagli un po’ spazientita e nel farlo si da un colpetto ai capelli rigoramente legati a coda, e non appena le si avvicina una phonista – con la speranza che la inviti ad accomodarsi al lavabo – manda gesti inconsulti di caldo, noia e stanchezza.
“Si può accomodare da questa parte!”
Le posso anche offrire una tazza di thé? forse è meglio che “le abbottono questo attorno al collo… ecco qua!” pronti per la fase restauro.
E fin qui quasi tutto normale.
Dopo due dosi di shampo, balsamo, crema e maschera, i capelli della signora sono pronti per la seconda fase, in cui puoi ben comprendere che posto occupa nel mondo.
Al momento, su una sedia girevole, con i piedi rotolati in simpatiche ciabatte merlettate, che molleggiano buffamente durante l’attesa di una qualche phonista.
Dal preciso istante in cui la phonista sorride garbatamente alla signora è la fine. La signora comincia a smaltire il nervosismo dell’attesa e del collo piegato sul lavabo con discorsi frullati in risate malefiche. Perché la signora della casa al mare non attacca bottone facilmente, e viene guardata male dalle signore in pantofole e capelli bianchi come la signora tirata su male ma a modo.
Il rumore del phon che sembra placare le lunghe chiacchierate della signora della casa al mare – al contrario – li alimenta, fa alzare di cinque toni i discorsi della signora che parla di sè, e quando non parla di sé tocca argomenti che comunque la riguardano.
I discorsi della signora sono un mix di ricordi, avvenimenti, case, costumi, arredamenti e società. La perdita dei valori e la nuova generazione la mandano in bestia, come un’utopia che l’ha vista crescere tra una famiglia rigidamente alto-borghese e un marito rigido e basta. Se il marito è già deceduto, la signora porta avanti discorsi sulla sua adolescenza per più di due ore. Se il marito è ancora in vita, si trattine, e si limita a raccontare dei suoi viaggi o del lavoro del marito.
La signora della casa al mare non ha altro appellativo che regga il confronto con la sua grande e spaziosa villa estiva, che pur essendo una piccola casetta in Canada, per lei è grande, perché lei vive da sola o con il marito, i figli son tutti via. E che Dio li benedica!
Se la nonna tirata su male ma a modo si trovasse a parlare con la signora della casa al mare, sarebbe una sfida all’ultimo vanto. La nonna tirata su male ma a modo vorrebbe essere come la signora della casa al mare, vivere in una casa come la sua e con un marito come al suo, ma nell’impossibilità delle condizioni economiche, sociali e matrimoniali, si astiene alla confessione, e si trattiene in discorsi di cultura generale, perché sa poco di attualità, e cucina, perché frequenta poco i ristoranti e viaggia molto meno.
Meno male che in discussioni come queste arriva la terza in comodo, quasi sempre più giovane che smorza la calda (per via del phon) e pungente (per via delle frecciatine indirette l’una all’altra) atmosfera. Il terzo personaggio conclude quasi sempre la tragi-commedia dei due caratteri diversi che prendon fuoco facilmente, infatti, nel momento in cui va via con la sua invidiante messa in piega, le due signore che godono nel vederla uscire, tornano ai loro posti, si sorridono a vicenda, si danno un’occhiata allo specchio, un’altro colpetto al parrucco, e si sentono belle.