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La signora di Hay di Barbara Erskine.

Creato il 05 gennaio 2012 da Junerossblog
La signora di Hay di Barbara Erskine.
Jo Clifford, una giovane giornalista inglese, si sottopone a ipnosi per poter scrivere degli articoli sull'argomento. Ma, incredibilmente, viene proiettata nel Galles del dodicesimo secolo, scoprendo di aver vissuto in quell'epoca remota con il nome di Matilda, signora di Hay, una nobildonna dall'indole appassionata e dal tragico destino, sposata a un barone locale e violentemente desiderata dal Re Giovanni. Jo si trova così a rivivere spesso momenti della sua esistenza precedente, finché i fili del suo destino e quelli di Matilda non si intrecciano inestricabilmente, trascinandola avanti e indietro nel tempo, in un'avventura costellata di colpi di scena.

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Ritorniamo a parlare di libri d'annata, e su questa scia proseguo "malalinguando" un libro piuttosto vecchiotto (1986), ossia "La signora di Hay" di Barbara Erskine.
Di quest'autrice mi aveva già favorevolmente impressionato "La notte è un luogo solitario", fosca storia di fantasmi di antichi romani legati da amore e morte che si riverbera nel presente.
Figurarsi quindi con che foga cercai "La signora di Hay", considerando anche le critiche entusiastiche che suscitava.
Quindi lo cercai, lo acquistai e mi disposi alla lettura.
La storia, in sè, è intrigante: una giovane giornalista inglese, Jo Clifford, si sottopone ad ipnosi regressiva scoprendo di avere già vissuto un'altra vita nei medievali panni di Matilda, la signora di Hay appunto, al tempo del re Giovanni Senzaterra.
Anche se all'inizio la sua regressione pare destinata a restare un'esperienza una tantum, nel corso della sua vita Jo ricorrerà ancora all'ipnosi, rivivendo episodi angosciosi della vita di Matilda; addirittura, si rende conto che alcune persone importanti della sua attuale vita hanno anch'esse già vissuto un'altra esistenza al fianco di Matilda.
La vita di Jo e dei suoi cari si intreccia sempre di più a quella di Matilda, in un andirivieni incessante fra il nostro tempo e il profondo Medioevo inglese.
Messa così sembra irresistibile: storia, mistero, parapsicologia, amore....
Invece....
Invece, il romanzo non mi è piaciuto affatto, al punto che ho faticato a finirlo!
La signora di Hay di Barbara Erskine.Per cominciare, Jo è proprio il tipo di protagonista che aborrisco: fa mostra di forza di carattere, cerca di fare la dura, ma ha la robustezza morale e fisica di una scodella di semolino brodoso.
Si fa dominare in tutto e per tutto dagli uomini della sua vita, per esempio Nick, il frammento di materia fecale che l'ha lasciata, ma che continua a importunarla con un'insistenza che al giorno d'oggi sarebbe chiamata stalking; oppure Sam, lo strizzacervelli (bisognoso a sua volta di farsi vedere da uno bravo), artefice delle regressioni, il quale scopre di essere stato, nella vita precedente, il marito di Matilda e aspira perciò ad esercitare i propri diritti coniugali anche nel ventesimo secolo, in barba alla pace dei sensi, doverosa dopo quasi otto secoli di matrimonio.
Come se non bastassero i due sciroccati, aggiungiamo anche Tim, probabile reincarnazione di re Giovanni. Pare, infatti, che il tristemente famoso re avesse un debole per la bella Matilda (eccerto, cosa pretendevo, che la dolce castellana fosse concupita da un volgare bovaro? Ma quando mai, almeno un principe!).
E' evidente la confusione, saltabeccando di continuo tra gli anni settanta-ottanta del ventesimo secolo e il milleduecento.
Jo subisce le prepotenze di tutti, il che potrebbe essere accettabile quando si trova a fare la maliarda medievale, ma non nel nostro tempo, in cui si trova perfino a sopportare aggressioni sessuali da parte dei suoi uomini senza scomporsi troppo: dopo una violenza sessuale sfiorata, quando il bruto si ripresenta alla sua porta senza nemmeno avere la decenza di vergognarsi, lei non trova di meglio che farlo entrare, invece di chiamare la polizia.
Viene in mente quella vecchia barzelletta in cui la vecchietta stuprata, recatasi dai carabinieri per la denuncia, chiede all'esterrefatto appuntato se può avere l'indirizzo del gentile violentatore!
Oltre a questo, Jo viene picchiata, prevaricata nelle sue decisioni, scavalcata in ogni modo come una bambina demente, insomma non è in grado di prendere una decisione perchè appena ci prova uno dei suoi uomini decide di fare il contrario, magari con le cattive e lei si adegua, ovviamente.
Tutto questo per il suo bene, che diamine, perchè lei, poverina, ha bisogno di un tutore, di un mentore, di un accidenti qualsiasi che la diriga a bacchetta! Eppure è presentata come una donna di successo, anche molto conosciuta per il suo lavoro.
Ma questo non conta, la nostra Jo passa il suo tempo fra infiniti attrezzi da taglio da falegname mentali e trance più o meno volontarie, per cui cade morta e dura e rivive le gesta erotiche e non di Matilda; casa sua è un porto di mare frequentato liberamente da Nick, Sam e Tim, per i quali evidentemente non esistono chiavi o serrature che tengano e lei, invece di mandarli affanbagno in blocco, li tollera come se fosse normale trovarsi continuamente in camera questo o quell'energumeno.
La parte "storica" è la migliore, abbastanza ben ricostruita e plausibile nell'ambientazione; per il resto, il romanzo risulta irrimediabilmente datato, con situazioni e modi di comportarsi che nessuno accetterebbe più, nemmeno in un libro.
Mi è sembrata perciò un'occasione sprecata, poichè gli ingredienti per un buon libro c'erano, ma si perdono in un mare di chiacchiere che allunga la storia in modo insopportabile; il tutto condito da una diffusa atmosfera di vecchio e stantìo (non parlo delle regressioni nel Medioevo!), che denuncia tutti gli anni che questo romanzo si porta addosso.
Questo libro, perciò, è stato una grossa delusione, amplificata dall'aspettativa di cui lo avevo caricato.
Avevo pensato di rivenderlo, ma ci ho ripensato, preferendo tenerlo come monito: mai più acquisti affrettati.
Lucilla
La signora di Hay di Barbara Erskine.
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