La sindrome della crocerossina

Da Thedoctorisin

foto:flickr

... o della principessa perfetta.
Sto leggendo, come ho già scritto, La Principessa perfetta e, anche se continuo a non amare lo stile favolta, sto trovando effettivamente alcuni spunti e comincio a capire perchè mi è stato tanto caldamente raccomandato.
Ve ne lascio alcuni che mi hanno fatto pensare alla sindrome della crocerossina, che credo prima o poi abbia colpito un po' tutti, e al rapporto tra psicoterapeuta e paziente.
"Se solo riuscissi a trovare il modo di eliminare il maleficio, sarei di nuvo felice e tornerei a catare con gli uccellini, e a queato modo andrebbe tutto bene. Devi aiutarmi, Doc. Io ho provato di tutto, ma non ha funzionato niente."
"Hai ragione, on funziona niente."
"Ero sicura che tu avresti escogitato qualcosa che a me non era venuto in mente"
"E infatti so cosa occorre: il nulla"
Victoria meditò sulle parole di Doc, arricciando il nasino, "Questo significa non fare niente?"
"Esatto, Il nulla è qualcosa che non hai ancora tentato. Devi smettere di fare qualunque cosa e cominciare a non fare e non dire nulla: niente spiegazioni o difese, non sistemare la situazione, non implorare, chiedere scusa, minacciare, preoccuparti o restare alzata di notte a pensare, programmare o elaborare. Hai capito?"
"Ma io non posso restare senza fare nulla!!!"
"E invece in questo modo farai davvero qualcosa e aiuterai il principe standogli alla larga"
"Questa non è una cosa molto bekla da dirsi" ribattè lei indignata "Io sto solo cercando di aiutarlo."
"Perdonami. Non volevo offenderti, ma il principe è troppo occupato a capire cosa non va in te per sforzarsi di vedere cosa non funziona in lui. Se tu non fai nulla è probabile che si accorga che lui sta facendo qualcosa."
"Non posso fare a meno di cercare di aiutare il principe. Che ne sarà di lui?"
"Che ne è stato di lui con tutto quello che hai detto e fatto finora? E che ne è stato di te?"
"Mi ha chiesto di aiutarlo!"
"Il fatto che qualcuno ti chieda aiuto non è una ragione sufficiente per concederlo e spesso aiutando si finiscie per fare del male"
... ... ...
"Si, si!" strillò Vicki. "Ci serve un elisir magico. Victoria però non riesce a scoprire dove si trovi, anche se di solito se la cava benissimo a trovare le soluzioni"
"Questo accade perchè l'unico che può compiere una magia che riguarda il principe è il principe stesso."
"Allora è tutto inutile, lui non ce la farà mai, è troppo stanco" gemette Victoria.
"E invece può farcela" la correse Doc "La tua felicità non dipende però dal fatto che lui ci riesca o meno."... ... ...
da La Principessa imperfetta, di Marcia Grad Powers
Ecco qui, leggevo queste parole questa mattina e mi hanno colpita. Ho pensato a tutte le volte che non sono riuscita ad aiutare qualcuno. A tutte le volte che non ho trovato il consiglio giusto. A tutte le volte che ho sentito il fortissimo bisogno di fare qualcosa. Un bisogno mio, alla fine, anche un po' egoistico forse. Quante volte ci siamo sentiti in dovere di aiutare qualcuno che, magari, non ci ha nemmeno chiesto il suo aiuto??
Solo chi sente veramente un disagio può scegliere la sua soluzione. Solo chi deve scegliere può prendersi la responsabilità di fare o non fare. Ma deve essere lui a scegliere. Non noi che vorremmo aiutarlo.
Non possiamo prenderci la responsabilità che l'altro dovrebbe prendersi per modificare la propria vita.
Io sono io. Tu sei tu.
Io faccio le mie scelte, tu, se vuoi, fai le tue.
Io posso accoglierti, ascoltarti, supportarti nella tua ricerca della tua scelta. Della tua responsabilità.
E non sarò meno "perfetta" se non riesco a risolvere il tuo problema. Perchè io non posso risolvere il tuo problema. Tu si.


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