Non ci sono altre spiegazioni se non una sorta di atavica, avida, (a volte proditoriamente patologica) sindrome di Stoccolma che colpisce politici e classe dirigente meridionale.
Un amore inconfessabile, masochista: più mi chiami terrone, più mi piaci.
La stessa che ha spinto tanti emigranti a mutare radicalmente il proprio accento ed a rinnegare le proprie origini.
La medesima sindrome che aveva incoraggiato ed entusiasmato qualche politico baffuto, pugliese di nascita, ad esempio, che, qualche anno fa, così si esprimeva a proposito del movimento di Bossi: “la Lega è una costola della sinistra!”
Una sindrome complessa che , lo confesso, mi spiazza, abituato, come sono stato, ad osservarla soltanto tra le fila dei politici di centro destra, fieri e fedeli alleati leghisti.
Ma, a quanto pare, il fenomeno si è allargato ed evoluto: alle ultime elezioni, la lega presente con sue proprie liste, ha collezionato al Sud migliaia di voti.
Uno scatto di reni, senza precedenti. Un successone. E allora cosa ti inventano i politici meridionali, questa volta di sinistra?
Perchè lasciare al centro destra il monopolio delle alleanza con la lega? Che intuizione!
Orlando, sindaco di Palermo oggi ha dichiarato al Corriere: «Con Flavio Tosi e Federico Pizzarotti abbiamo una straordinaria sintonia e vogliamo andare oltre gli steccati dei partiti»
Ma parliamo di Tosi, il sindaco di Verona, leghista duro e puro? Eh già, proprio lui.
Al netto di ogni considerazione personale sul sindaco di Verona, che non conosco, val la pena tuttavia rilevare che al momento fa parte di un partito i cui esponenti hanno , in ordine sparso: insultato costantemente (ed in maniera funzionale all’ottenimento di voti nelle loro regioni) i cittadini a sud di Roma (quest’ultima inclusa ovviamente); posto in essere politiche quanto meno discutibili per gli interessi delle regioni a sud dell’Abruzzo (non ultimo il decreto sulla mozzarella di bufala, di quell’ex ministro Zaia che della regione Veneto è presidente); invocato eruzioni e tsunami che avrebbero dovuto porre il confine della penisola al di là dell’Umbria; proposto la vendita della Sicilia agli Usa, quella Sicilia che è proprio terra di Orlando; varie ed eventuali da sempre derubricate a sfottò, simpatico dileggio, semplice coro da stadio;
Si dirà, “beh ma non è stato Tosi a pronunciarle”. Eppure mai abbiamo visto (e non avrebbe potuto essere altrimenti) una presa di posizione netta contro dichiarazioni di discriminazione territoriale (“senti che puzza scappano anche i cani stanno arrivando i napoletani…Cit. Salvini, giusto per fare un imperituro esempio). Mai una presa di distanza. E ,se mi sbaglio, sarò pronto a rettificare con pari entusiasmo.Ciononostante, Leoluca Orlando, meridionale e siciliano, sindaco di una delle capitali del Sud mortificato da lor signori, auspica la nascita di un nuovo partito democratico (sic!) proprio con chi ancora oggi raccoglie i voti di un movimento politico che in 30 anni non ha mai posto fine ad una giagulatoria di insulti che vanno da: “valigia di cartone fa rima con terrone” ,“Noi siamo Celti e Longobardi..! Non siamo MERDACCIA Levantina e Mediterranea.. Noi siamo Padani..!” , “E’ proprio per questo che invito ad assumere trevigiani: i meridionali vengono qua come sanguisughe.” , “Siamo stanchi di sentire in tv parlare in napoletano e romano.” , “Questa parte del Paese non cambia mai, l’Abruzzo e’ un peso morto per noi come tutto il Sud.” , “Carrozze metro solo per milanesi.” , “il nord subisce la concorrenza sleale del sud”…Mi fermo qui, la raccolta ne contiene a decine.
E va bene così, facciamoci del male: è iniziato il revisionismo sul fenomeno Lega.Basta steccati ideologici. Avventuriamoci oltre l’inciucio: abbiamo capito sempre male noi, altro che “terrone”, loro dicevano “torrone”.