Se vi informate attraverso i telegiornali della TV generalista, i classici TG1, 2, 3, 4, 5, ponte ponente ponteppì, chi fuori è fuori chi è sotto è sotto, vi sarete forse accorti, o forse no, che non si parla più di Siria. La questione è fuori dal sommario, non merita altro che due parole dette in fretta, senza immagini. Allora, qualcuno che abbia notato la sparizione dell’argomento dai nostri schermi, si sarà forse (o forse no) posto la domanda: ma in Siria che succede? Non si spara più? Non si muore più?
No, perché fino a pochissimo tempo fa abbiamo rischiato di finire nel vortice di un conflitto internazionale senza pari proprio per la guerra civile in Siria: gli USA che volevano attaccare, la Russia che mostrava i muscoli e diceva “provaci che ti faccio vedere io”, l’Europa, come sempre, a braghe scese. Il problema, in effetti, era serio: attentati, bombe, centinaia di morti civili. Qualcosa da fare c’era senz’altro. Solo che Obama s’è visto sgretolare consenso e maggioranza dopo aver proposto di intervenire militarmente. L’Europa, vista la difficoltà americana, ha in fretta ritirato su le braghe e, qualcuno, leggi i soliti mangiarane, ha pure osato mettersi contro l’alleato stellestrisciato. Putin, dalla sua dacia dorata, ancora ride.
Così la questione Siria è scomparsa dalla Tv. A ben guardare sui giornali ancora se ne parla, certo non in prima pagina, ma nelle cronache internazionali l’argomento trova spazio. E così apprendiamo che la situazione è sempre quella che era qualche tempo fa: si spara, scoppiano bombe, si muore. Ci sono tentativi di mediazione diplomatica (l’unica strada percorribile) che stanno forse dando dei frutti e in questo la Russia di Putin (incredibile ma vero) è in prima fila.
Noi no. Noi (e per noi intendo la NATO, principalmente USA ed Europa), dopo aver fatto i gradassi (gli USA) e i proni (l’Europa) ora fischiettiamo, facciamo finta di niente. Speriamo, come sempre, che la gente dimentichi. E probabilmente lo farà, perché, specie in Italia, se non sei nel sommario del telegiornale non esisti. Povere menti atrofizzate.
Luca Craia