Il primo ministro turco è stato arrestato due volte, una nel 97 ed una nel 77.
Entrambe le volte per aver commesso azioni che non sarebbero reato in una democrazia o in un paese civile, nel 97 infatti recitò una poesia in pubblico e nel 77 partecipò ad una manifestazione non autorizzata.
Fu arrestato portato in commissariato e torturato.Subi la repressione dello Stato come ogni turco in quegli anni, perciò non si può dire che non sappia cosa causano i suoi ordini. Eppure non ha avuto nessun problema nel mandare la polizia a brutalizzare dei manifestanti nel parco Gezi, al centro di Istanbul. Gente che svolgeva un sit-in pacifico in difesa di uno degli ultimi parchi pubblici rimasti in una città che ha quasi 14 milioni di abitanti. Gente che è stata picchiata, le loro tende son state bruciate, e quando queste immagini hanno fatto il giro del paese (ovviamente non tramite i media ma tramite internet), i vecchi rancori sono esplosi e la protesta si è diffusa in tutta la Turchia assumendo caratteri violenti.
Erdogan è stato votato dal 50% dei turchi, ma appunto sembra rappresentare solo chi lo ha votato a discapito di tutti gli altri. In dieci anni il governo turco in carico ha ottenuto, attraverso politiche spegiudicate di svuluppo, una Turchia divisa a metà; islamismo contro laicismo, cultura urbana contro cultura rurale, molto criticata infatti è stata l'invasione dei contadini dell'Anatolia a Istanbul.
Le masse conservatrici costituiscono l'elettorato di AKP (il partito di Erdogan), stanno cambiando la Turchia dal suo interno. C'è un numero maggiore di donne con il velo, è stato fatto divieto di bere birra per strada, e nella metropolitana di Ankara è comparso un cartello che esprimeva il divieto di baciarsi in pubblico, il risultato è stato che i giovani turchi son scesi in piazza in massa e la loro protesta consisteva proprio nel bere birra e baciarsi nei luoghi pubblici!
Un'altra scelta contestata è stata quella del nome del terzo ponte sul Bosforo, che il governo ha deciso d'intitolare a YAvua Sultan Selim un sultano ottomano detto "il crudele" per aver massacrato la minoranza alevita. Questa minoranza lamentava già discriminazioni sul lavoro e questo episodio è una sorta di conferma per loro.
Nei quartieri periferici i poveri sono pagati per lasciare le loro case e permettere ai costruttori di realizzare condomini di lusso, un modus operandi facente parte della formula occidentale di progresso.
Questo processo viene accelerato dai comuni che negando la trasparenza sui documenti di proprietà rendono impossibile risalire ai proprietari.
I turchi sono un popolo con una storia e una cultura millenaria, che non accetta di vedere la propria capitale brutalizzata da uno sfrenato sviluppo urbanistico, e non vuole accettare nemmeno un dittatore autoritario che cerca d'intromettersi nella vita privata dei cittadini e di plasmare la società dal suo interno.
Ci sono molte analogie con la situazione italiana: innanzitutto non esiste un opposizione valida a incanalare la rabbia di chi è contro Erdogan, da noi però questo problema è stato risolto grazie al Movimento 5 stelle che altro non ha fatto che incanalare i voti degli scontenti.
Come in Italia (vedi la TAV) è stata usata violenza da parte della polizia su manifestanti pacifici.
Noi però, checchè se ne dica, non siamo un popolo unito (per niente), di grande cultura e con una storia millenaria. Noi non ci ribelliamo, cerchiamo di sopravvivere, ecco PRENDIAMO ESEMPIO!