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Alla seduta del parlamento sloveno, erano presenti anche il primo ministro croato Zoran Milanovic e i ministri degli Esteri dei due paesi, Karel Erjavec e Vesna Pusic. Milanovic ha sottolineato l'attenzione alla lotta contro la crisi, ''che Slovenia e Croazia dovranno affrontare assieme''. Soddisfazione e' stata espressa anche dal ministro degli Esteri sloveno, Karel Erjavec, per il quale ''con la ratifica ha inizio un nuovo capitolo nelle relazioni tra i due Stati''. Dopo il voto, Milanovic e Pusic sono stati ricevuti dal presidente della Repubblica, Borut Pahor, e dal primo ministro Bratusek che ha avuto anche un colloquio bilaterale con il premier croato.
Lubiana aveva più volte minacciato, nel corso dell'ultimo anno, di non ratificare il trattato di adesione della Croazia, a causa della questione della Lubljanska Banka, una vicenda che riguarda i depositi bancari dei cittadini croati e che si trascinava dagli anni '90, quando entrambi i paesi facevano ancora parte della Jugoslavia. Il fallimento della Ljubljanska fece confluire tutti i fondi dell'istituto, quindi anche quelli dei correntisti croati, nel debito pubblico sloveno. A seguito di ciò alcune banche croate citarono in giudizio l'istituto erede della banca slovena, la Nova Ljubljanska Banka. L'11 marzo scorso, però, dopo mesi di trattative e di “stop and go” i premier di Zagabria e Lubiana hanno firmato l'accordo.
Anche la controversia sui confini marittimi della Baia di Pirano, altra questione complicata che ha messo in seria crisi le relazioni tra le due repubbliche ex jugoslave, non è più un ostacolo insormontabile. Grazie anche alla pressione delle istituzioni europee, la soluzione della questione è stata affidata ad un arbitrato internazionale che avrà il compito di tracciare la linea di confine e creare un punto di contatto tra le acque slovene e quelle internazionali. Su entrambe le questioni l'atteggiamento di Lubiana si è fatto più conciliante grazie alle pressioni di Bruxelles, ma anche, probabilmente, a causa delle difficili condizioni dell'economia slovena, che potrebbe diventare la nuova Cipro dell'eurozona.
A questo punto a Zagabria mancano ancora le ratifiche di Germania, Belgio, Danimarca e Olanda, ma considerando che anche l'ultimo rapporto di Bruxelles è stato ampiamente positivo, nulla dovrebbe più impedire alla Croazia di entrare nell'Unione Europea il prossimo 1 luglio e diventare così formalmente il 28mo membro, il secondo Paese della ex Jugoslavia dopo la Slovenia.
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