Magazine Politica
Di Marina Szikora [*]
La Slovenia non sarà l'ultimo paese membro dell'Ue a ratificare l'accordo di adesione croato, ha spiegato la ministro degli esteri croata Vesna Pusić a termine della sua riunione con il collega sloveno Karl Erjavec mercoledi' scorso a Bruxelles. Nonostante gli annunci, Pusić ed Erjavec non sono riusciti a concordare la soluzione definitiva che possa avviare il processo di ratifica dell'accordo di adesione della Croazia da parte della Slovenia. Quello che resta è il collegamento della decisione politica, rappresentata dai ministri, e la decisione tecnico-giuridica degli esperti che si dice essere già concordata. Il ministro sloveno Erjavec ha affermato che gli esperti finanziari sono andati molto avanti per quanto riguarda la soluzione delle questioni tecniche del contenzioso sulla Ljubljanska Banka. Resta ancora la decisione politica, ha aggiunto Erjavec, dicendosi convinto del raggiungimento della soluzione affinché la Slovenia possa molto presto iniziare il processo di ratifica dell'accordo di adesione croato.
Intanto, tre quarti dei cittadini della Slovenia ritengono che il loro paese dovrebbe ratificare l'accordo di adesione della Croazia all'Ue anche se le possibilità che questo si realizzi sono sempre minori, ha scritto il quotidiano di Lubiana 'Delo' nella sua edizione di lunedì, riferendosi ai risultati di un sondaggio in cui oltre 500 intervistati hanno risposto innanzitutto alla domanda relativa alla soluzione della crisi politica slovena. Di questo numero di intervistati, il 76% ha risposto positivamente alla necessità di ratificare il trattato di adesione della Croazia; solo il 14% è contrario alla ratifica, mentre il 10% è indeciso. 'Delo' scrive che "nelle ultime settimane sembra sempre minore la possibilità che il parlamento sloveno ratifichi l'accordo di adesione della Croazia all'Ue poiché le cose si complicano a causa della questione Ljubljanska Banka e della crisi politica e di governo slovena. Ma è visibile che si proseguirebbe alla ratifica molto presto se ciò dipendesse dalla volontà dell'opinione pubblica slovena". La questione centrale di questo sondaggio ha riguardato la possibilità di risolvere la crisi politica slovena in cui il governo non ha più l'appoggio della maggioranza in parlamento e pian piano il premier Janez Janša viene abbandonato dai suoi partner di coalizione. Solo il 14% degli intervistati ritiene che Janša in una tale situazione dovrebbe continuare ad insistere sul suo incarico e guidare il Paese con un governo minoritario. Il 49% valuta invece che la migliore uscita dall'attuale situazione siano le elezioni anticipate.
Ma la questione della Ljubljanska Banka non è l'unico argomento di disputa tra Croazia e Slovenia. L'11 febbraio scade il termine entro il quale le due parti devono presentare ciascuna il suo documento alla corte di arbitrato relativo al contenzioso sul confine. Il ministro cfroato degli Esteri e degli Affari europei, Vesna Pusić, ha già annunciato che la Croazia ha terminato il suo documento che verrà inviato all'indirizzo necessario prima del termine. Si tratta di un documento di circa trecento pagine elaborato in collaborazione con i massimi esperti mondiali, ha spiegato Pusić da Bruxelles mentre partecipava alla riunione dei capi di diplomazia degli stati membri dell'Ue. In quella occasione non ha voluto commentare la mossa del premier sloveno Janez Janša di inviare il documento sloveno sull’arbitrato relativo al confine al proprio parlamento per la decisione finale richiedendo delle modifiche. Secondo Pusić, si tratta molto probabilmente di buone ragioni della parte slovena, considerando anche il momento politico in paese. Va detto, inoltre, che il ministro degli esteri sloveno, Karl Erjavec, era contrario alle modifiche del documento sull’arbitrato.
L’ultima notizia, al momento della registrazione di questa corrispondenza, è che i due ministri degli Esteri, Pusić ed Erjavec, si sono incontrati ieri, mercoledì, ad Otočec su Krka, in Slovenia, per discutere sulla soluzione del problema dei risparmiatori croati dell'ex Ljubljanska Banka. Insieme ai due ministri c'erano anche i due esperti finanziari, Zdravko Rogić e France Arhar. In vista dell'incontro, l'ambasciatore sloveno in Croazia ha dichiarato che le richieste della Ljubljanska Banka nei confronti delle ditte croate sono da 4 a 5 volte maggiori rispetto alle richieste della Croazia a nome dei risparmiatori. Intanto, il Parlamento sloveno, in una seduta straordinaria, ha confermato la proposta del documento senza modifiche sul contenzioso sul confine con la Croazia preparato dal Ministero degli esteri sloveno.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Avviato “crowfunding popolare” per salvare la Grecia: l’idea è di un giovane...
Se Bruxelles non salverà Atene dal default, allora sarà il popolo europeo a farlo. Come? Attraverso una maxi raccolta fondi fra i cittadini del continente. Leggere il seguito
Da Stivalepensante
SOCIETÀ -
Draghi non basta, ad Atene fallisce la politica europea
Un accordo ragionevole era possibile. Ma la governance dell’Eurozona non funziona, troppe parti al tavolo. L’unica che ha fatto politica è la BceFausto Panunzi... Leggere il seguito
Da Andrea86
ATTUALITÀ, SOCIETÀ -
La guerra italiana al Califfo
(Uscito sul Giornale dell'Umbria del 30/06/2015) Dai giorni intorno all'11 giugno, sono cominciate ad arrivare dai giornali americani le prime indiscrezioni... Leggere il seguito
Da Danemblog
SOCIETÀ -
Turchia, la questione curda dopo il voto
Print PDFdi Filippo UrbinatiCome sempre accade le elezioni politiche di un Paese non si giocano su una sola tematica ma ruotano attorno ad una complessa rete... Leggere il seguito
Da Bloglobal
OPINIONI, POLITICA, POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ -
Svolte
Fatichi, ti arrabatti, sudi e bestemmi per dei mesi, per degli anni. Poi, nello spazio di un weekend, succedono cambiamenti epocali e i processi vengono a... Leggere il seguito
Da Fra
CULTURA, ITALIANI NEL MONDO, SOCIETÀ -
Referendum Grecia: cosa succede se vince il sì, cosa succede se vince il no
Il Messaggero analizza cosa potrebbe accadere dopo il referendumAl di là delle rassicurazioni, il timore è l’effetto contagio per la crisi in Grecia. Leggere il seguito
Da Andrea86
ATTUALITÀ, SOCIETÀ