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La società civile italiana è meglio o peggio della classe politica? Dal Politici ora basta di Della Valle all'uguaglianza politica-società di Profumo

Creato il 02 ottobre 2011 da Paopasc @questdecisione

La società civile italiana è meglio o peggio della classe politica? Dal Politici ora basta di Della Valle all'uguaglianza politica-società di Profumo

Diego Della Valle

In seguito alla pubblicazione  a pagamento, su alcuni giornali, delle accuse al mondo politico di Diego Della Valle (qui il testo) quello stesso mondo politico ha avuto differenti reazioni. In particolare una reazione mi ha colpito, venuta da Alessandro Profumo, ex ad di Unicredit e ora consulente Eni, azionista di Linkiesta, vicepresidente dell'Abi e innamorato della politica [TMnews]. L'occasione è il convegno a Chianciano Democratici davvero al quale è presente insieme a Rosy Bindi, pure critica verso Della Valle. La frase che si lascia sfuggire Profumo è questa [fonte Corriere]
«l'idea e il pensiero che la società civile sia così meglio della classe politica, è proprio sbagliata».

La società civile italiana è meglio o peggio della classe politica? Dal Politici ora basta di Della Valle all'uguaglianza politica-società di Profumo

Alessandro Profumo

Forse Profumo ha ragione, o forse no. Intanto gli propongo questi dati. Si va dal numero dei politici indagati o condannati [Tutti i politici indagati o condannati]   fino alla relazione tra stipendi di Consiglieri e Presidenti regionali e benessere dei cittadini, scoprendo che vi è una correlazione negativa [Relazione tra stipendi delle regioni e benessere dei cittadinie ancora, dalla constatazione che i nostri politici sono i più pagati d'Europa ma che  l'Italia è l'unico paese europeo in cui lo stipendio dei parlamentari non è correlato positivamente al Pil [I parlamentari italiani: i più pagati d'Europa] al costo della burocrazia fiscale italiana, quattro volte superiore alla media europea [Quanto costa la burocrazia fiscale in Italia?], per non parlare poi di parentopoli [Parentopoli: parenti e politica] o dell'indice di produttività parlamentare [Indice di produttività Parlamentare: onorevoli lavoratori e fannulloni] o, infine, della crescita economica italiana, da un pezzo ormai ben sotto la media UE [Istat.Rapporto annuale 2011 dell'Italia].
La società civile italiana è meglio o peggio della classe politica? Dal Politici ora basta di Della Valle all'uguaglianza politica-società di ProfumoOltre questi graziosi fatti, su cui occorre precisare che alcuni se ne verificano anche nella società italiana, anche se in percentuale inferiore, vi è a dar manforte  all'ipotesi pro società civile e contro la classe politica, l'ultimo libro del duo Stella-Rizzo, gli inventori del termine casta e già autori di La casta, La deriva e Vandali, che danno ora alle stampe Licenziare i padreterni, Rizzoli 2011. Su questo libro tornerò diffusamente in un altro articolo. Per ora vi basti qualche assaggio anche se, va detto in difesa degli stomaci più delicati, si tratta di bocconi avvelenati.Vi è una leggina, che forse pochi conoscono, che a rotazione tutti i politici assicurano, a parole, di voler cambiare. Si tratta del Dpr 22 dicembre 1986 n. 917 che recita
chi regala soldi a un partito politico ottiene sconti fiscali fino a 50 volte superiori a chi dona quegli stessi soldi a una organizzazione umanitaria.
Per fare un esempio. Poniamo che qualcuno voglia donare 100 mila euro ad una organizzazione umanitaria. Dalle tasse, detrarrà una cifra pari al 19% del tetto massimo di 2065,83 euro, cioè 392 euro e 50 centesimi.Ma, se quella stessa somma la donasse a un partito politico, potrà detrarre il 19% di un tetto 50 volte superiore, cioè quasi 104 mila euro, e la cifra che potrà detrarre sarà molto più alta, 19 mila euro.Ma non è solo questo. Spesso e volentieri i rappresentanti della classe politica al governo affermano sconsolati che la situazione finanziaria attuale, con il debito pubblico al 120% del Pil
"è tutta colpa del debito che abbiamo ereditato".
Sapete però chi erano i consulenti economici di Craxi, in quel famoso 1983 al quale si fa risalire l'impennata del debito pubblico? Guardate se li riconoscete: 
Giulio Tremonti, Renato Brunetta, Maurizio Sacconi e Domenico Siniscalco.
Ta-dan! Non è cambiato niente! I consiglieri economici di Craxi nel 1983 sono i governanti del 2011, e se ne vede, devo dire perfettamente, la continuità politica.E allora? 
Se Profumo ha ragione, allora la società civile italiana è messa proprio male. Ma forse è solo questione di intendersi sul valore da accordare a "così", forse la società civile è solo un po' meglio della politica.
Oppure Profumo non si riferiva a tutta la classe politica, ma solo a una parte, segnatamente quella all'opposizione, a suo parere più vicina al livello della società civile di quella al governo.Quien sabe? Noto, in alcuni ambiti dell'agire politico, una paurosa continuità tra maggioranza e opposizione. Spero di sbagliarmi. Del resto, non è improbabile che a breve se ne possa avere la riprova.





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