La società del mercoledì sera: la psicoanalisi e la forza della parola

Da Simonetta Frongia



Nosce te ipsum, esortava Socrarte. Quindi la conoscenza  di sé stessi è fondamentale nella vita dell'uomo. Socrate con il suo metodo maieutico metteva in opera un idea di disvelamento attraverso la parola. Potremmo dire che Socrate sia stato il precursore della tecnica psicoanalitica, anche se egli non credeva certo, nell'inconscio ma aveva una visione filosofica degli avvenimenti della nostra vita, ma l'arte della levatrice che lui aveva appreso dalla madre era forse un superare "psicoanaliticamente" - diremmo oggi- il trauma della nascita? Egli dà alla parola un valore che nessuno aveva mai dato prima, essa ci svela e disvela qualcosa di noi, Socrate é alla ricerca della verità. Freud, di contro é alla ricerca della verità di sé stessi. Il punto di partenza in Socrate e Freud é proprio quell'ammissione di ignoranza, ed il dialogo è rimasto il modo per eccellenza che ci porta alla conoscenza, all'affermazione della verità di noi stessi. Il dialogo é il metodo per eccellenza non solo in campo filosofico e psicoanalitico ma anche nel campo educativo, nel campo medico, nel campo giuridico. Tutti partono dalla parola, poiché la parola ci disvela, ci definisce, ci dà alla luce. La parola cura e ci cura, salva e ci salva, aiuta a mettere in essere il nostro Io. La parola ha una forza che non può essere misurata ma che é più potente di qualsiasi medicina o di contro, qualsiasi veleno. La parola, nel caso specifico: la calunnia fu anche il motivo che spinse Socrate alla morte, egli decise di bere la cicuta e quindi potremmo dire "psicanaliticamente" che così come superò la paura della nascita quando adottò il metodo della levatrice di sua madre, così superò anche la paura della morte, decidendo di darsela per propria mano pur di non essere zittito da chi lo accusava di corrompere i giovani e di essersi messo contro lo stato. Paradossalmente la morte fisica di Socrate non ha fermato la forza delle sue parole, anche se egli non scrisse mai niente. Ecco allora che se accettiamo il potere della parola, come avviene nella filosofia - pensiamo anche ad Heidegger, ad esempio: "Il linguaggio è la casa dell'essere e nella sua dimora abita l'uomo", oppure potremmo pensare anche a Gadamer, o Il vecchio testamento che inizia con "In principio era il Verbo", tutti danno alla parola la forza della creazione, e la parola va interpretata in maniera ermeneutica proprio come fa al psicoanalisi - dovremmo, anche pensare e ripensare ad una visione dell'uomo che vada oltre l'apparenza, un uomo che non sia cristallizzato in un immaggine millenaria, ha senso quindi ricominciare ad interrogarsi e ridare alla filosofia, alla religione, alla pedagogia e, alla stessa psicoanalisi un potere che ad oggi gli é stato tolto da altre scienze come la psicologia. La psicoanalisi é stata negli ultimi decenni relegata nello stesso angolo in cui vengono relegate le scienze occulte perché non ha uno statuto scientifico che possa definire una volta per tutte cosa é o cosa non é possibile misurare scientificamente. Ma allora dovremo archiviare anche altre discipline che non sono meramente quantificabili come: la storia, l'archeologia, la stessa religione o forse dovremmo pensare un metodo che vada oltre quello popperiano.  La parola ha un potere che nessuno può negare sia che si tratti della parola usata in campo medico, che in campo educativo, giuridico o altro. Allora, forse è giunto il momento di ridare alla psicoanalisi il suo posto all'interno delle scienze umane. E chiedo ha senso interrogarci per conoscerci anche nei lati più oscuri e bui per pervenire a noi stessi o preferiamo continuare a vivere nel limbo della nostra ignoranza? Io ripropongo Socrate: Nosce te ipsum....................

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