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La società della spettacolo contro Maometto

Creato il 18 settembre 2012 da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg

La società della spettacolo contro Maometto
Non è più un mistero: il video  girato da Nakoula Basseley Nakoula e viralizzato ad arte su youtube da Morris Sadek (fan di Bush jr.), è stato confezionato  da una banda di criminali con precedenti penali. Tutti personaggi appartenenti all’area più gretta e retriva della propaganda islamofoba legata a doppio filo alle ideologie più pericolose dell’ambiente repubblicano, creazionista, razzista e chi più ne ha più ne metta.
Pare  che il film dovesse intitolarsi "Innocence of Bin Laden". I retroscena sui perchè di un titolo del genere in questo articolo. Attori reclutati sui set del porno che inconsapevolmente si sono prestati ad una propaganda creata ad hoc per scopi che solo ora cominciano ad essere chiari: riattizzare i carboni mai spenti di una guerra culturale iniziata 1400 anni fa, fatta per lo più di menzogne, fraintendimenti e pregiudizi in cui nessuna delle due parti in causa (quella islamica e quella occidentale) è esente da colpe, ma in cui l’occidente continua a giocare un ruolo fondamentale: quello del grande trickster, del “bluffatore” di professione. Il fatto che i responsabili di questa operazione dai contorni più che mai foschi, siano stati acchiappati e smascherati, non chiarisce ancora molto, ma alcune cose cominciano a delinearsi: 1) E’ stato ammucchiato tutto l'infiammabile possibile. 2 ) E’ stato ammucchiato proprio nelle zone che sembravano più sicure. 3 ) la miccia è stata innescata e la fiamma si propagherà in modo esponenziale. Evitiamo di commettere lo stesso errore che si fece con l’11 settembre: lasciamo da parte per un attimo i fatti e guardiamo il quadro generale. Chi ha voluto tutto questo? Gli stessi che vogliono che in medio oriente resti tutto così e per sempre.
Buttare giù vecchi satrapi come Saddam, Ben Alì, Gheddafi o Assad poteva essere utile se ci fosse stato un piano per una guida in senso democratico dei paesi coinvolti nelle guerre civili. Questi erano i proclami USA: esportare democrazia. Eccola la democrazia. Abbiamo visto l’occupazione e le torture in Iraq, abbiamo visto l’occupazione di un paese (l’Afghanistan), laddove gli attentatori delle torri gemelle non erano Afghani e non rivendicavano un’azione da parte di un popolo sovrano che attacca un altro popolo sovrano. Non si andò a scovare i terroristi (tranne il famigerato Bin Laden di cui nulla sappiamo se non che giace in fondo ad un oceano), ma si pensò bene di mettere su campi di tortura e, per l’appunto, di attaccare paesi che non avevano dichiarato guerra a nessuno.
 Oggi assistiamo ad un’altra farsa: la “primavera Araba”. Il film forse più blasfemo e riuscito dell’amministrazione Bush\Obama. Ora il prossimo presidente USA (chiunque esso sia) sarà libero di recarsi in loco (i posti a disposizione questa volta sono parecchi ), e fare nuovamente la figura del “liberatore”.
Da troppo tempo il medio oriente è zona di interessi di ogni genere, da quelli economici a quelli più strettamente geopolitici.  Entri chi vuole e lasci ancora quei paesi nell’ignoranza più abissale, perché i caproni possono essere bombardati, mentre con i moderati si può dialogare. Ma chi vuole realmente il dialogo? In occidente oggi nessuno. Perché noi non sappiamo e non sapremo nulla degli studenti che realmente si mettono in prima linea contro il regime iraniano, e regolarmente vengono torturati e incarcerati; sappiamo poco o nulla di chi probabilmente ha animato i primi tentativi di sommossa contro i regimi che di recente sono stati abbattuti in nord africa; sappiamo solo che un semplice film da 4 soldi (anche se pare sia costato alcuni milioni di dollari), può scatenare le ire del “solito islam integralista”.
Allora qualcuno potrà dirmi: “ bello il tuo ragionamento,  ma in tutto questo il problema è proprio che un film da 4 soldi ha scatenato dei massacri”. Signori, sono deluso: la nostra è la “società dello spettacolo”. Rileggete Guy Debord: "Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un'immensa accumulazione di spettacoli ". O anche: "Lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale fra individui, mediato dalle immagini" una "visione del mondo che si è oggettivata" Il problema è che le menti che stanno dietro a quest’operazione apparentemente grottesca (seppur piuttosto efficace) di propaganda tramite "immagini" via internet, non sono dei bonaccioni “situazionisti”: sono calcolatori e molto, molto cinici.

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