ROMA – La sodomia nel Medioevo: sesso orale, masturbazione, omosex “cannibali”. Sull’abiezione dei peccati contro natura in campo sessuale, un filo rosso lega le tante declinazioni della vasta aneddotica medievale: il concetto di “sodomia”.
Come si ricava dall’ottimo e divertente ultimo saggio dello storico francese Jacques Rossiaud (“Sexualités au Moyen Age”), sodomia è un passepartout per definire tutto ciò che eccede la moralità come insegnata dai precetti bibilici, anche se lo storico deve concedere che tra il dire e il fare, tra la prescrizione del moralista e l’obbedienza del devoto, c’è una certa differenza.
Comunque: sodomita era chi commetteva atti impuri in senso lato, dalla masturbazione al sesso orale, fino al sesso con gli animali, precetto caduto nel dimenticatoio grosso modo come l’abigeato tra i reati contro la proprietà.
L’omossessualità era accostata nel Medioevo addirittura al cannibalismo ma, come ai nostri tempi, responsabile di fatti così gravi era sempre l’altro, lo straniero. Sottolinea Alberto Mattioli nella bella recensione al saggio su La Stampa, come “per i tedeschi il male arriva dalla Francia, per i francesi dall’Italia o dalla Spagna, per tutti dall’Islam, anzi è la causa per cui tutti crociati hanno perso i luoghi santi”.