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La solita figura del Castro

Creato il 16 novembre 2011 da Larvotto

La solita figura del Castro

In una delle prime sere che ho passeggiato per Castro, la prima cosa che ho notato è la naturalezza con cui la vita scorre.
Ammiravo la tranquillità con cui, coppie di qualsiasi tipo, passeggiano nella mano, facendo apparire il paese in cui vivo ancora più schifosamente arretrato di quanto purtroppo già lo sia.
E tra le tante coppie ce n’era una bellissima. Lei in un abito rosso, attillatissimo, i capelli bondi e ricci, il trucco pesante ma non volgare, su labbra che sembravano così piccole all’interno di quella mascella così virile.
Camminava fiera a braccetto di un uomo distinto, in giacca e farfallino, lontano nello stile ma vicinissimo nell’eleganza.
Ad occhio avranno avuto 60 anni abbondanti, ed era un piacere vedere quanto amore si scambiavano nella loro passeggiata.

Nessuno prestava attenzione a loro, nessuno tranne un gruppo di tre ragazzi, poco più che ventenni, i quali, con forzate facce più stupide di quelle che già avevano, hanno iniziato a fare ampi gesti con la mano, mimando tutti quei gesti che, nell’immaginario becerosessuale, appartengono a quelle persone che loro raggruppano frettolosamente sotto al nome di “froci”.

Mentre gli passavo vicino ho poi avuto la certezza di quello che già sospettavo… erano tre italiani.
Che tristezza.
Ma perché riusciamo ad avere l’innata capacità di farci compatire ovunque andiamo?


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