La solita Fornero: voleva negare l’incontro ai cronisti

Creato il 06 novembre 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

A Torino, Lady Choosy ne combina un’altra delle sue, dimostrando ancora una volta la sua pessima attitudine  politico-comunicativa. Come un centravanti cui hanno tagliato un piede.

 La ministressata si presenta a Torino in versione 2.0: adesso è Lady Choosy, quella che dispensa cattivi consigli perché non può dare buon esempio. Stravolge persino la poetica di De André, tanto è forte il potere di confondere le idee, celando la propria vera natura di banchiera al servizio di quel Sanpaolo lì, mascherandosi da accademica competente, benché i provvedimenti cui ha dato vita fin’ora riescano a fugare ogni dubbio sulle capacità programmatiche di un personaggio della storia d’Italia che non riesce proprio ad andare oltre il nozionismo dei testi.

Ma la vita, e con essa la politica vera dei “tanti” platonici, è cosa ben diversa. Non è una regola, né una formula stampata sul libro. E’ invece un delicato sistema di pesi e contrappesi, com’era una volta il nostro paese, in cui la politica non avrebbe mai attaccato la magistratura ad esempio.

Adesso, il ministro del lavoro (presto della “disoccupazione”) cambia strategia: ha capito di non essere una politica, di non poter fare affidamento sulla dialettica del confronto. Deve necessariamente rinchiudersi in una torre d’avorio, perché l’opinione pubblica non la dilani con la polemica costante sulla sua incapacità di rivestire un ruolo che incide sulla vita pubblica.

Torino, Fondazione Fulvio Croce, una platea composta essenzialmente da avvocati e giuslavoristi: in tutto un paio di centinaia di persone, intervenute per ascoltare le riflessioni sulla riforma del lavoro ,quella che ha partorito gli oltre 300000 (trecentomila) esodati per intenderci.

Come sempre accade, nell’ambito del confronto democratico, un nutrito stuolo di giornalisti prende posto: tablet, smartphones, qualche block notes.

La Fornero entra in aula, carismatica come un ananas maturo. Sfugge al confronto: il motivo ufficiale, che l’incontro è a porte chiuse (falso), quello ufficioso è ovviamente il timore della stampa.

La ministressata sa di non poter reggere il confronto con una platea ostile, preferisce evitare che le sue dichiarazioni, solitamente poco lucide e ponderate, vengano riportate dai giornalisti.

Esultiamo dunque, giacché oggi è un giorno di giubilo: il giorno in cui il potere dell’informazione ha messo in luce le incompetenze del ministro del lavoro e lo ha ridotto a rinchiudersi in un’aula con una platea compiacente. Oggi tanti piccoli Davide hanno sconfitto il più miserabile dei Goliath.

La figuraccia era dietro l’angolo, qualcuno deve averlo fatto notare alla ministra che, prendendo atto (forse?) del suo ruolo pubblico, torna sui suoi passi: dovrà pesare le parole dice, abitudine mai deprecabile soprattutto per gli uomini (e le donne) di stato, a dire il vero. Perché puoi parlare per quaranta minuti dicendo cose sensate (e non è il suo caso!) ma i giornalisti si attaccherebbero ad una parola ambigua per farne un titolo sensazionalista.

Un fallimento dietro l’altro. L’ennesimo per la primadonna di Intesa Sanpaolo. L’ennesimo scivolone di un tecnico sempre più politico, che da un anno tedia il popolo sovrano con opinioni e pareri tipici di chi non riesce a tastare il polso della comunità alla cui testa è posto.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :