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“La solitudine dei numeri primi”

Creato il 14 settembre 2010 da Cinemaleo

“La solitudine dei numeri primi”

2010: La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo

“La solitudine dei numeri primi”
“La solitudine dei numeri primi”

Ammirevole la capacità del regista di rinnovarsi a ogni suo lavoro e di sorprendere lo spettatore che non sa mai bene cosa aspettarsi.

Un film notevole per vari motivi, ma…

Alla base un romanzo di grande successo, arma a doppio taglio. Da una parte incuriosisce e porta pubblico nelle sale, dall’altra rende ipercritico il lettore-spettatore che non sarà facile da soddisfare. Saverio Costanzo (che sembra non fosse molto convinto del progetto all’inizio) affronta con coraggio la sfida e sceglie di farsi affiancare nella sceneggiatura dallo stesso autore del romanzo, Paolo Giordano. Ed è proprio la sceneggiatura forse la parte lacunosa di un film a cui non mancano meriti. Formalmente bello e curato alla perfezione, il lavoro ha il difetto di non coinvolgere compiutamente e di lasciare lo spettatore perplesso e incredulo di fronte a quanto gli si racconta. Le situazioni che ci vengono presentate, le inquietudini e le sofferenze dei diversi personaggi rispecchiano certamente una possibile realtà ma non appaiono credibili: la «non credibilità» ci impedisce di immedesimarci, di provare empatia con i due protagonisti. Non ce li sentiamo vicini, non ci appassioniamo al loro dramma che analizziamo con interesse ma senza compartecipazione. Da sottolineare che il nostro «distacco» è favorito anche dalle innumerevoli sequenze allungate inutilmente a dismisura (al film gioverebbe un taglio di una buona mezz’ora) e dall’importanza data a una complessità e raffinatezza formale che sconfina con l’esercizio calligrafico e che stride col contesto (una storia così intimista e fortemente psicologica avrebbe avuto bisogno di uno stile molto più asciutto e secco).

La solitudine dei numeri primi è comunque un film degno di essere visto. Costanzo, tra i giovani registi italiani, è senz’altro uno dei migliori e anche quando sbaglia merita la nostra attenzione. Il suo primo lungometraggio, il «politico» Private (uscito nel 2004), trionfatore ai David di Donatello ai Nastri d’Argento e al Festival di Locarno, e il secondo, il «mistico» In memoria di me (del 2007), sono senz’altro tra le opere cinematografiche più interessanti e riuscite degli ultimi anni. Alla sua terza fatica il regista conferma un impegno e una serietà nel fare un cinema diverso: sono indiscutibili e vanno premiati. Qui si dimostra inoltre ottimo conduttore di attori: da Alba Rohrwacher a Luca Marinelli a Isabella Rossellini a Aurora Ruffino a Tommaso Neri… sono tutti molto bravi in ruoli particolarmente difficili.

Un plauso alla musica di Mike Patton: la colonna sonora è particolarmente efficace e funzionale.

scheda

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