La notizia di oggi sul Carlino circa l’impegno del Comune a mettere finalmente mano allo scandalo di via Volontari con un intervento del valore di circa 20.000 euro è motivo di parziale soddisfazione e premia la tenacia in primis dei residenti della strada che mai si sono arresi e poi quello del sottoscritto e dell’Archeoclub che si sono impegnati fin da subito sollevando per primi la questione (http://laperonza.myblog.it/archive/2011/12/14/crolla-un-tetto-in-via-volontari-ma-si-risolve-tutto-con-due.html).
La soddisfazione però è incompleta. Lo è perché l’intervento del Comune non è un intervento definitivo ma una “messa in sicurezza” ulteriore. Un passo avanti, quindi, per risolvere il problema ma non la soluzione effettiva dello stesso. Infatti pare che si procederà all’abbattimento parziale dell’edificio. Perché non totale? Perché lasciare un rudere a far bella mostra di sé? E dell’altro edificio, anch’esso destinato con ogni probabilità a crollare a breve, cosa facciamo? Ci porremo il problema quando si presenterà? Mai una prevenzione?
La questione, però, è un’altra e supera il caso specifico di via Volontari: non esiste un progetto di risanamento del centro storico. Si procede per interventi tampone, quando assolutamente inevitabile, e il resto lo si lascia stare com’è, attendendo che il tempo faccia il suo corso e che i problemi si aggravino il più tardi possibile. Ci sono moltissimi altri stabili crollati o procinto di crollare. Il Comune ne è a conoscenza tanto che emette regolarmente ordinanze di messa in sicurezza. Ma si limita a questo. Cosa facciamo del centro storico? Aspettiamo che, ad una ad una, crollino tutte le case pericolanti?
Luca Craia