Tamara de Lempicka, La tunique rose
Quella della sottoveste, sottabito o come volete chiamarlo, sta diventando una mia fissazione. Non se ne trovano più: di FUNZIONALI, voglio dire.
Non dubito che si trovino cose corte, strette, pizzi e nastri, con pretese sexy, ecc.
Ma trovare una sottoveste comme il faut è un'impresa degna di miglior causa, da cerca del Graal, a dir poco. Le commesse ti guardano con un'aria maliziosa (anche se un po' incredula), per poi passare ad uno sguardo di commiserazione quando spiego loro che no, non voglio quelle cosine inutili e ingombranti al tempo stesso: che me ne faccio? Che voglio qualcosa che d'estate sostituisca le fodere degli abiti, che mi "risparmi" un po' da trasparenze eccessive e soprattutto non volute. Avete presente quando per un qualsiasi gioco della luce vi trovate ad essere completamente esposte, vostro malgrado, ad un vedo-non-vedo, anche col più castigato, lungo, monacale, degli abiti?
I tessuti di oggi sono sempre più scarsi di qualità, non esistono più quei bei lini sostenuti, quei cotoni che quasi stavano in piedi da soli, le sete cangianti e spesse.
Adesso il risparmio, la bassa qualità strizza l'occhio a quel tipo di basso consumismo per cui tutti ritengono che ogni donna, a prescindere da età, gusti, forma fisica e personale senso della dignità aspiri a farsi "vedere" sempre e comunque.
E io continuo a cercare, battendo piccoli merciai di paese, mercati, con l'accortezza di scegliere rivendite dedicate alle persone anziane: perché pare che questo tipo di merce, un sottabito che funziona all'uopo, sia una merce in via di estinzione, destinata a sparire con la generazione delle inossidabili ed imperturbabili novantenni di oggi.