Questa zuppa è stata considerata per secoli un alimento popolano per l'abbondanza di cipolle e la facilità nel coltivarle.
In Alvernia era considerata la zuppa dei pastori che facevano la transumanza. Il lardo e le cipolle erano facilmente trasportabili e sui pascoli c'era il formaggio fresco da aggiungerci (un pò come la storia della pasta alla Grigia ed alla Amatriciana nel Lazio).
Poi sembra che l'abbiano scoperta i nobili, il re Luigi XV o il re Luigi XIV ed è diventato un piatto nobile usato dalla povera gente per mascherare l'odore di vino quando avevano alzato il gomito!!
Da tempo avevo voglia di provare questa zuppa e l'Abbecedario culinario europeo (per la Francia ospitato da Elena dello "Zibaldone culinario") me ne ha dato il modo.
In casa tutti amiamo la cipolla, anche se le ragazze la mangiano esclusivamente il venerdì sera non dovendo andare il giorno dopo a scuola ed a lavoro.
Nelle varie ricette francesi c'è chi usa il brodo, chi il vino, chi timo ed alloro.
Anche sulla cottura delle cipolle i pareri sono contrastanti. Chi asserisce che le cipolle debbano restare bianche, chi invece che debbano essere brunite per la caramellizzazione.
Io ho seguito quella che dicono sia tra le più tradizionali e debbo dire che anche se di sera non è certo il piatto più leggero da mangiare, il sapore è delizioso.
Ingredienti (per 2 porzioni)
- 300 gr di cipolle già pelate
- 25 gr di burro
- 2 tazze di brodo
- 1 cucchiaio raso di farina
- 4 fette di pane casareccio
- 50 gr di groviera (o emmenthal) .
- sale
- pepe
Aggiungere quindi la farina ed il brodo e far cuocere per circa 30 minuti, aggiustando di sale, se necessario, a cottura ultimata.
Mangiatela caldissima, vi conquisterà (magari non a cena )!! ;-)