Il mio fine 2010 è stato caratterizzato, professionalmente, da una esperienza dirompente e di crescita, soprattutto umana, con una associazione di commercianti di Bagheria, Umberto Gallery. Tre essi ci sono un paio di attività legate al franchising. Siamo stati costretti, quindi, a modificare una serie di azioni di marketing proprio in relazione alla loro natura giuridica. Addirittura, non hanno potuto partecipare ad alcune di esse, perchè andavano oltre il loro potere “sovrano” sulla attività commerciale. Infatti il franchising, per certi versi, è uno stato a sovranità limitata: vetrine cosi, sconti colì, questo no, ma questo quando mai, etc.
Il rimedio trovato alla sovranità limitata del franchising? quello dell’esperienza (ricerca su Google). Se passano dalla vendita di un prodotto alla esperienza di acquisto (cosa che possono fare, liberamente, perchè sull’esperienza non c’è alcun vincolo contrattuale), risolvono problemi di “esistenza” locale. Perchè non è affatto vero che “tutto il mondo è paese”. Come si dice da noi nel Palermitano, “ogni testa è tribunale“ e nel commercio le teste in gioco sono tante.