di Massimo Donadi. Ci sono molte cose condivisibili nel provvedimento sulla spending review, molte cose buone, molte cattive. Quello che, però, non va e non ci piace, è che ancora una volta il governo tecnico ha deciso di affondare il coltello nella piaga dei soliti noti, famiglie, pensionati e cittadini, dove è più semplice farlo. Non c’è, in questo decreto, la benché minima traccia di valore strategico di riforma. Solo, per alcuni profili, tagli lineari di tremontiana memoria. E’ facile, con un tratto di penna, licenziare un po’ di gente. Chi se ne importa se ciò significa aumentare la disoccupazione e deprimere i consumi. E’ facile, con un tratto di penna, cancellare diritti, come i buoni pasto per i dipendenti pubblici. E’ facile scaricare sulle regioni la responsabilità di ridurre i posti letto in sanità, senza riflettere su chi, dove, come e quanto va tagliato. Quello che servirebbe davvero è mettere mano alle ragioni “vere” per cui la sanità in Italia costa troppo, per cui la macchina dello Stato è dispendiosa ed elefantiaca, per cui gli enti locali hanno costi troppo elevati rispetto alle loro funzioni e ai servizi offerti. E la ragione “vera” è il prezzo alto che paghiamo per l’intermediazione politica, che manovra, regge e muove i fili di questo paese, della sanità, della pubblica amministrazione, delle società pubbliche, etc… Siamo l’unico paese di pazzi che ha deciso di affidare la gestione della sanità alla politica, ovvero alle giunte regionali. I risultati sono contratti con la sanità privata, a condizioni capestro per il pubblico e lucrosissime per i privati, medici nominati ai vertici di aziende ospedaliere non perché bravi e meritevoli ma perché “ammanicati” politicamente. Un esempio che è sotto i miei occhi. In questi giorni, il consiglio regionale del Veneto sta decidendo di aprire un centro di medicina protonica, dove si curano cinque tipi di tumori rari a causa dei quali, ogni anno, in Veneto si ammalano tra le 50 e le 70 persone e che, a regime, costerà più di un miliardo di euro. Opera meritoria? Senz’altro. Ma è che di centri di medicina protonica, in Italia, a poco meno di 150 Km, ce ne sono altri due, uno a Bolzano e uno a Parma. Allora mi chiedo? Si ha davvero a cuore la cura di pazienti o solo l’ennesimo modo per spendere un po’ di soldi pubblici e fare favori a qualcuno? Siamo l’unico paese di pazzi dove gli appalti e le forniture per la pubblica amministrazione costano 4 volte di più del normale, perché l’acquisto di beni e servizi viene deciso da funzionari pubblici nominati dalla politica. Siamo l’unico paese di pazzi dove esistono 7.00 società pubbliche, apoteosi di quel sistema clientelare che regola i rapporti tra impresa e politica, che ha portato questo Paese allo sfascio. Società che hanno un fatturato enorme, più di 100 miliari di euro l’anno, e non sono amministrate secondo criteri di impresa ma clientelari, dove si annidano corruzione, tangenti, interessi privati e collusione. Dare un taglio a tutto questo marciume sarebbe stata la vera spending review che serviva all’Italia. Stanno cambiando solo il titolo, ma il prezzo rimane sempre a carico di chi ha già dato tanto e non ha più nulla da dare.
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