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La spensieratezza come… [.5]

Creato il 23 novembre 2012 da Philomela997 @Philomela997

Le recensioni di robiwood

Una sensazione che tutti abbiamo provato ma di cui non ne serbiamo il ricordo. Qualcosa che abbiamo perduto o che ancora non abbiamo raggiunto. Quel senso di leggerezza e profondità di cui abbiamo bisogno ma che abbiamo smesso di cercare perché non ci crediamo più. Cos’è la spensieratezza? Dov’è? E, soprattutto, che forme assume?

Eccoci infine giunti all’ultimo film della rassegna sulla spensieratezza. Ovviamente, ci sarebbero tantissimi altri film di cui trattare ma credo che cinque sia il numero giusto. Come i film, anche la tematica della spensieratezza meriterebbe di essere studiata e approfondita molto di più e magari da persone più indicate e esperte di me sull’argomento. Ma spero lo stesso di essere riuscita a dare qualche spunto di riflessione anche minimo a chi mi ha letto e lo ringrazio per avermi permesso di condividere con lui/lei il mio pensiero su quella meraviglia che è il cinema.

LITTLE MISS SUNSHINE di Jonathan Dayton e Valerie Faris (2006)

La spensieratezza come… [.5]

TRAMA: Gli Hoover abitano ad Albuquerque, in Nuovo Messico. Ognuno ha i suoi problemi e, l’ultima cosa che vorrebbe, è viaggiare a bordo di uno scomodo pulmino Volkswagen fino in California per accompagnare alle finali di Miss Little Sunshine la piccola Olive. Ma la bambina riesce ad essere molto persuasiva e a coinvolgere tutta la famiglia ad aiutarla a realizzare il suo sogno.

La spensieratezza come… danza. Una danza che può essere goffa, ingenuamente provocatoria oppure ridicola. Ma, proprio perché superfreak, diventa magica. Una danza sentita e voluta da tutto il corpo e la mente, capace di una tale forza da riuscire a disintegrare e a ricostruire una famiglia e, soprattutto, la speranza dei membri di questa famiglia. Lo zio Frank, completamente vestito di bianco come se fosse un guru anche se un guru della depressione e della frustrazione, mamma Sheryl, che vorrebbe obbligare i suoi parenti a mangiare almeno un po’ di insalata insieme al pollo fritto ma che nessuno sta ad ascoltare, papà Richard, il più solo e triste, tutto preso dalle sue teorie su vincitori e perdenti, nonno Edwin, che sniffa eroina e rimpiange le ardenti anziane che gli facevano compagnia a Villa Tramonto, il quindicenne Dwayne, che ha scelto il silenzio per Friedrich Nietzsche, e infine Olive, la piccola Olive dai capelli lunghissimi, gli enormi occhiali da vista e un grande amore per il ballo. Olive che con il suo entusiasmo, simile a una forza centripeta, riuscirà ad attirare a sé nella sua avventura anche la sua famiglia, caricandola su un pulmino giallo. Durante il viaggio ognuno degli Hoover dovrà fare i conti con se stesso, con le proprie mancanze e la propria “brillantezza”, scoprendo che se è vero che alla fine di ogni giornata c’è il tramonto, è vero anche che il mattino seguente, il sole sorge sempre.


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