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La spesa sociale italiana per la casa

Da Butred77

Lo scorso 18 dicembre, il Ministero del lavoro ha pubblicato la “Nota sull’analisi della spesa sociale in Italia”, per il triennio 2007-2008-2009. Essa è condotta a partire dalle risultanze di  documenti di bilancio, documenti statistici  ed altri documenti ufficiali, in maniera sperimentale e senza pretesa di esaustività.

Le politiche di sostegno per la casa si articolano sul doppio canale della spesa diretta  e della spesa fiscale.  “La spesa statale, che ammonta ad oltre un miliardo di euro, si configura essenzialmente  come contributo alle politiche locali, attraverso trasferimenti alle regioni che hanno nell’edilizia residenziale la loro voce principale.

La politica di agevolazione fiscale, ammontano ad  oltre 7 miliardi di euro nel 2009 e, riguardano diversi settori:

  • misure per l’accesso all’alloggio, di proprietà o in locazione, come nel caso delle detrazioni dell’affitto o del mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale;
  • misure di alleviamento del peso fiscale sulla prima casa, che rappresentano ad un tempo politiche abitative  e politiche di più generale favore per le famiglie, come nel caso della deduzione della  rendita catastale e dell’abolizione dell’Ici sulla prima casa;
  • detrazione del 36%  della spesa per ristrutturazioni edilizie, ormai in vigore e  reiterata da diversi anni. E’, quest’ultima, una misura che, oltre ad abbassare i costi per i  beneficiari, mira ad aumentare l’offerta di unità abitative attraverso la valorizzazione del  patrimonio immobiliare esistente.

Una menzione merita anche, nel settore previdenziale, il riconoscimento di mutui agevolati  per gli iscritti da parte dell’Inpdap. Si tratta di una prestazione che, nell’ambito degli enti  previdenziali pubblici, esiste  solamente per i dipendenti pubblici, che versano un’apposita  quota contributiva obbligatoria di cui, nel triennio in questione ne hanno beneficiato circa 18.000 persone.

A differenza di altre funzioni  di welfare, le politiche per la casa, presentano profili di inefficienza e di duplicazione molto  meno pronunciati. Si tratta, infatti, per lo più di misure di carattere generale rivolte, cioè,  alla totalità dei contribuenti.

Ciò fa ‘sì che  esse si articolino su poche voci di una certa  consistenza quantitativa, mentre molto meno presenti sono misure microsettoriali o  particolaristiche.

La riforma federale riserva agli enti locali importanti competenze di prelievo in materia immobiliare, tanto che è verosimile che le politiche di  agevolazione fiscale si  collocheranno prevalentemente in sede locale. Il  ruolo  dello Stato centrale, in questa prospettiva,  sembra destinato a scemare e proprio per  la varietà delle situazioni locali dovrà vertere su misure di carattere fiscale più generali  possibile,  ma potrebbe  trovare  una  sede  innovativa  attraverso il social housing e una maggior diffusione dello strumento del mutuo agevolato”.

Per visionare l’intero rapporto: www.lavoro.gov.it


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