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La spinta della Scozia per l’autonomia è tutt’altro che finita

Creato il 10 novembre 2014 da Conflittiestrategie

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[Traduzione della redazione - Scotland's Push for Autonomy Is Far from Over | Stratfor]
Sommario
La popolazione della Scozia ha votato contro l’indipendenza in un referendum storico che avrebbe posto fine a tre secoli di unione politica con il Regno Unito. Il “no” ha ottenuto circa il 55 per cento dei voti, mentre il “sì” ha ricevuto circa il 45 per cento. Questo ha concluso settimane di speculazioni, dopo che il divario tra il campo del “sì” e del “no” era diventato più piccolo negli ultimi giorni. Ha inoltre impedito la sfida di ampia incertezza per il governo di Londra che sarebbe seguita al supporto per l’indipendenza. Anche se i governi britannico e scozzesi si erano accordati sul referendum, non vi era alcuna linea temporale precisa su quello che sarebbe successo nel caso la Scozia avesse votato per diventare indipendente. Al di là di questo risultato, la Scozia probabilmente vedrà la sua autonomia gradualmente aumentata nel corso dei prossimi mesi e anni.
Analisi
Con quasi la metà della popolazione della Scozia che ha votato per l’indipendenza, la questione politica a lungo termine non è destinata ad esaurirsi. Inoltre, le statistiche dimostrano che i giovani sono particolarmente pro-indipendenza, per cui la demografia illustra che la questione rimarrà una parte fondamentale della politica scozzese per i decenni a venire. Durante un discorso dopo l’annuncio dei risultati, il primo ministro britannico David Cameron ha promesso di onorare le sue promesse di più devolution in Scozia su questioni riguardanti il fisco, la spesa e il welfare. Ha anche detto che anche l’Inghilterra, il Galles e l’Irlanda del Nord dovrebbero essere inclusi nel processo. Se la Scozia avesse votato per l’indipendenza, ciò avrebbe portato ad un processo di negoziazione molto complesso per decidere su questioni chiave come la valuta della Scozia e la spartizione dei giacimenti di idrocarburi nel Mare del Nord.
Una Scozia indipendente avrebbe creato una crisi politica a Londra, dato che il partito conservatore di Cameron e il principale partito di opposizione, il Partito Laburista di centro-sinistra, erano contro la separazione. Anche se questo scenario è stato evitato, la spinta della Scozia per l’autonomia è tutt’altro che finita. Durante la campagna, Cameron ha promesso una maggiore autonomia alla Scozia, di devolvere ulteriori prerogative al Parlamento scozzese a Holyrood. Questo decentramento dovrebbe includere l’aumento della portata del potere del parlamento scozzese su entrate fiscali e welfare. Tuttavia, questioni molto delicate come la politica estera e di difesa, compreso l’arsenale nucleare del Regno Unito, probabilmente non saranno incluse in questo processo. Londra sarà sotto pressione per onorare le sue promesse.
La Scozia sta spingendo per l’indipendenza, o almeno maggiore autonomia, da lungo tempo. Il Regno di Scozia è emerso come uno stato sovrano indipendente nel Medioevo e continuò ad esistere fino agli inizi del XVIII secolo. Esso è entrato in una unione politica con l’Inghilterra nel 1707 per creare il Regno di Gran Bretagna. Da allora, la Scozia ha mantenuto un ampio grado di autonomia, che nel 1999 ha portato alla nuova convocazione del Parlamento scozzese. Nel 2011, la vittoria del Partito nazionale scozzese alle elezioni ha portato ad una richiesta formale di un referendum sull’indipendenza. Un anno dopo, il governo scozzese e Westminster hanno concordato sul referendum.

La rilevanza geopolitica della Scozia

La Scozia ha un significato strategico per il Regno Unito. Il paese si trova nella parte meridionale del “GIUK gap” (un acronimo per la Groenlandia, l’Islanda e il Regno Unito), una zona nel nord Atlantico che costituisce un punto di strozzatura in caso di guerra navale. Il GIUK gap è stato tradizionalmente importante per la Royal Navy, perché qualsiasi tentativo da parte di altre marine del Nord Europa di accedere all’Oceano Atlantico dovrebbe essere eseguito o attraverso il ben difeso Canale della Manica o attraverso il GIUK. Di conseguenza, la supremazia navale della Gran Bretagna nel GIUK era importante quanto il suo controllo della Manica e dello Stretto di Gibilterra – all’ingresso del Mediterraneo – nel vincolare il movimento delle altre potenze europee occidentali.

In secondo luogo, l’unificazione con la Scozia era essenziale per la crescita della Gran Bretagna come uno dei principali attori a livello mondiale. L’unificazione ha posto fine a un ciclo di guerra, pace e ancora guerra tra Inghilterra e Scozia. Dopo l’unificazione, Londra non doveva più preoccuparsi di avere un potenziale nemico nella punta settentrionale dell’isola, anche se rivolte croniche persistevano. Alla fine del XVIII secolo, la Scozia ha giocato un ruolo importante nella rivoluzione industriale della Gran Bretagna, con città come Edimburgo e Glasgow diventate importanti centri industriali.
Dopo la rivoluzione industriale, la Scozia si è concentrata sull’industria pesante, comprese le costruzioni navali, l’estrazione del carbone e l’acciaio. La sua partecipazione all’impero britannico ha permesso all’economia scozzese di esportare la sua produzione in tutto il mondo. Come in molte nazioni europee, l’industria scozzese ha cominciato a declinare negli ultimi decenni del XX secolo e il paese ha iniziato a concentrarsi sui settori della tecnologia e dei servizi.

In tempi più recenti, la Scozia è diventata geopoliticamente rilevante a causa delle sue notevoli risorse energetiche. Le acque scozzesi hanno alcune delle più grandi riserve di petrolio in Europa. Sin da quando il petrolio fu scoperto nelle acque scozzesi alla fine del 1960, Aberdeen divenne un centro chiave, e il petrolio del Mare del Nord attualmente fornisce più di due terzi del fabbisogno di petrolio del Regno Unito. La scoperta del petrolio ha anche rafforzato il nazionalismo scozzese nel 1970, con il Partito nazionale scozzese con lo slogan “E’ il petrolio della Scozia”. Fino ad oggi, l’energia resta una delle questioni chiave per i nazionalisti scozzesi, i quali sostengono che le risorse del Mare del Nord sarebbero la spina dorsale di una Scozia indipendente.

Gli eventi in Scozia sono osservati da vicino dai movimenti indipendentisti in tutta Europa. In particolare, il governo della regione spagnola della Catalogna ha anticipato che una vittoria per il campo dell’indipendenza in Scozia aumenterebbe la sua causa per l’indipendenza dalla Spagna. Il periodo precedente il voto ha suscitato attenzione in altri punti dell’irrequieto sentimento nazionalista, anche in Belgio, tra i curdi della Turchia e, naturalmente, tra i separatisti in Ucraina. A differenza del Regno Unito, il governo spagnolo ritiene il referendum della Catalogna illegale. Il 19 settembre sarà un giorno fondamentale per la Catalogna, in quanto il parlamento regionale dovrebbe votare su una legge referendaria che, secondo i catalani, permette loro di tenere il referendum. Il governo di Madrid ha affermato che porrebbe automaticamente la questione alla Corte Costituzionale che bloccherà il referendum. Quando ciò accadesse, il governo catalano sarà costretto a prendere la difficile decisione se procedere ad un voto che è stato dichiarato illegale. [NdR: come noto, la Catalogna ha annunciato il ritiro dell’iniziativa referendaria]


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