Magazine Diario personale

La Splendida Ciclista Enciclopedica

Creato il 25 settembre 2014 da Lavostraprof

Ho avuto conferma. Altre colleghe sentono l’afrore della prof. Ciclista.
Ma la prof. Ciclista è una persona intelligente, e ha capito che, dopo sei intrusioni in classe per intervistare i miei virgulti che non avevano bisogno di essere intervistati, e dopo che ho preso Reuccio che stava chiacchierando con lei in corridoio e l’ho riportato in aula a fare il suo dovere, commentando la performance della collega che stava in corridoio a chiacchierare con un alunno, e dopo un altro paio di episodi di questo genere, ecco, la prof. Ciclista ha capito che è meglio se mi sta alla larga.
Per dire che magari adesso sa di buono, eh. E’ solo che io non la annuso da qualche giorno.
Il fatto è, però, che qui mi interessa la sua strategia lavorativa.
Ora, diciamo subito che sappiamo ormai tutti che ha lavorato in Università (tanto di cappello), poi hanno soppresso il suo corso (non ho capito perché) e allora lei ha cominciato a fare domanda di supplenza nelle scuole. Adesso è in qualche fascia che non so ed è arrivata fino a noi. Quando uno dice la fortuna.
L’altra cosa che abbiamo saputo è che lei non è lì per caso.
Ha spiegato in sala prof che l’anno scorso lavorava per la nostra Capa nell’altra scuola, e ha lavorato così bene e con risultati così Splendidi, e ha un rapporto così Splendido con i suoi alunni e anche con i miei e con quelli degli altri, che la Capa l’ha fortemente e Splendidamente voluta anche in questa scuola.

Scuola nella quale sta applicando una interessante strategia lavorativa, che è la seguente: per avere risultati più Splendidi ancora dello Splendore cui è abituata, vuole conoscere i suoi alunni a uno a uno. Così, quando non è occupata a fare una manciata di ore in una classe regolare, è occupata a fare le interviste.
Da quindici giorni. Da quindici giorni viene a scuola e, per metà del suo orario lavorativo, gira per i corridoi, entra nelle classi dove ci sono alunni da seguire in modo particolare, o da alfabetizzare, rompe le palle alla collega di turno, e prima di seguirli o alfabetizzarli li chiama fuori uno per volta e ci sta a chiacchierare un po’. Sapete, noi eravamo abituati a delle poverette che venivano cacciate lì dal Provveditorato e da un giorno con l’altro si trovavano sette cinesi, tre pakistani, quattro equatoriani e due indiani con livello di alfabetizzazione zero. Tutti insieme. Nella stessa aula. To’, lavora.
Lei, invece, sono quindici giorni che fa interviste individuali mentre io navigo tra venticinque alunni inseriti in una stanza di ventiquattro metri quadri (non rompete le palle: lo so che state pensando che siamo fuorilegge e che dovremmo fare questo e quello, e su e giù; lo sappiamo anche noi, e stiamo facendo, ma per il momento, ancora lì).
Quando non fa le interviste, saltella o si trascina nei corridoi o entra in sala prof a cercare la vittima di turno.
E ora vi conto questa:
la scena: sala prof
personaggi e interpreti:
laVostraProf seduta in fondo, vicino a Linda Legs e di fronte a Surlie; le tre interpretano sé stesse;
la prof. Ciclista che ha attaccato un bottone gigante alla prof. Ricorso; le due interpretano come sopra.
il fatto: la prof. Ricorso, in un disperato tentativo di sganciarsi dal bottone, si gira verso di noi e ci racconta che è stata punta da milioni di zanzare (e che quando è tornata in casa dall’orto zanzaresco uno dell’Enel ha tentato di fregarla, ma questa è un’altra storia).
La prof. Surlie, che è buona come il pane, mite come un venticello di primavera avanzata, e molle come un fico di settembre, raccoglie l’invocazione d’aiuto e fa: eh, anche mio marito, lo pungono sempre, io niente e lui, zac, punto.
La prof. Linda Legs sogghigna e fa: eh, già, c’hai il sangue cattivo, te non ti vogliono neanche le zanzare.
LaVostraProf rincara: eh, sì, sei cattiva come l’aglio, lo sanno tutti, anche le zanzare.
La prof. Surlie sta per mettersi a ridere e fa sì sì con la testa, quando si sente una voce.
E’ la prof. Ciclista.
Si gira verso di noi (la prof. Ricorso lancia un sospiro di sollievo) e ci illumina.
Cioè, prima ci sgrida e ci fa una bella predica perché siamo ignoranti e pensiamo che le zanzare vengano, ci facciano un prelievo (che già lì, volendo, ti hanno punto, ma lasciamo stare se no quella ricomincia) e poi decidano in base al grado di bontà se andare avanti a pungerci (chiamando i rinforzi) o meno.
Poi ci illustra le ultime scoperte della scienza sul perché le zanzare pungono sì o pungono no.
Poi ci dice che nessuuuuno più crede che le zanzare pungano il marito della Surlie perché ha il sangue buono e lei no perché ha il sangue cattivo.
A questo punto la Prof. Linda Legs mi guarda e mi fa: vieni fuori a fumare una sigaretta?
E io, che non fumo, non fumai e mai fumerò, dico alla Surlie: comunque, sei cattiva, ricordatelo, e poi mi alzo ed esco per strada a far compagnia alla fumatrice.

No, era per dirvi che se vi ho detto “non rompete le palle” è perché ero nervosa e ancora sotto l’influenza della Ciclista che sa tutto delle zanzare (e chissà di quante altre cose ancora).
Lasciatemi nell’ignoranza.



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