Magazine Cultura

La stabilità del Golfo dipende dal Bahrain

Creato il 11 novembre 2011 da Eurasia @eurasiarivista
La stabilità del Golfo dipende dal Bahrain

Le proteste scoppiate in Bahrain dal febbraio 2011 si collocano nella specificità endemica della storia politica e socio-religiosa del regno, legate da un fil rouge alle manifestazioni che dall'indipendenza, avvenuta nel 1971, sono condotte dall'opposizione sciita, in dissenso con la politica settaria del governo, gestita dalla famiglia regnante degli Al-Khalifa.

È utile sottolineare, fin da subito, che benché i manifestanti fossero per la maggioranza sciiti, essendo essi il gruppo religioso più numeroso in Bahrain, e anche il più discriminato (sin dal 1971 la comunità sciita viene ripetutamente accusata dal governo di essere la quinta colonna del potere iraniano), le rivendicazioni hanno avuto il carattere nazionalista dell'unità tra sunniti e sciiti, i quali rivendicano i propri diritti in quanto cittadini bahreiniti

La diversificazione economica ha riguardato l'industria pesante, soprattutto la produzione di alluminio (attraverso la Aluminium Bahrain), il ferro e l'acciaio; l'industria manifatturiera e soprattutto i servizi finanziari (che corrisponde al 27,6% del PIL) e il turismo. Il Bahrain attualmente è il paese del Golfo che possiede l'economia più diversificata, in competizione con la Malesia per assurgere a centro finanziario islamico mondiale. La costruzione di un "porto" finanziario per le maggiori economie, mostra la chiara ambizione di costituirsi come " business friendly " e di essere esso stesso un modello di offshore commerciale.

A conferma dell'attenzione posta dal Consiglio per lo Sviluppo Economico (Maǧlis al-Tanamiya al-Iqtisadiya), l'istituzione governativa che organizza le strategie di diversificazione economica, nel 2009 il settore petrolifero ha contribuito al PIL per il 10%, mentre quello finanziario del 30%

L'adozione della Carta è stata una vittoria politica strategica per il re Hamad, ma non prevedeva alcun ruolo di potere decisionale delle opposizioni, rappresentate principalmente dal partito sciita Al-Wefaq, tuttora il maggior partito di opposizione, e dal Al-Waʿad di ispirazione socialista. Inoltre nella Costituzione era previsto il potere esercitabile dal re di sciogliere il Parlamento e di porre il veto alle leggi dell'Assemblea Nazionale, il Maǧlis Al-Watani: il disegno della costituzione si presentava come un atto unilaterale senza trasparenza, che salvaguardava il potere tribale tradizionale degli Al-Khalifa e che preveniva, de jure, ogni futuro cambiamento da parte del Parlamento.

Risvolti geopolitici regionali e internazionali della stabilità del Bahrain

Il Bahrain è baluardo della strategia militare statunitense nella regione, avendo gli Stati Uniti posizionato la V flotta della US NAVY, nel 1995, in funzione di copertura e di controllo del Mar Rosso e del Golfo persico-arabico. Attualmente la base navale statunitense, oltre che necessaria per le missioni in Iraq e Afghanistan, si presenta come strumento di deterrenza e di contenimento verso un Iran con ambizioni nucleari. La preoccupazione destata da un aggressivo Iran non riguarda solamente le mire nucleari, ma anche la minaccia del blocco dello Stretto di Hormuz, nel quale transita il 20% del petrolio mondiale. L'imbarazzo americano si è palesato nella cautela delle posizioni adottate nei confronti gli eventi iniziati a metà febbraio: anche in questo caso, come per l'Egitto, hanno rinunciato ad agire da registi delle crisi politiche, districandosi come equilibristi nelle trame della diplomazia.

*Francesca Blasi laureata in Lingua e Civiltà araba presso la facoltà di Studi Orientali dell'Università degli studi di Roma "La Sapienza".


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :