Un imprenditore con ambigui trascorsi nelle file dell’estrema destra viene ucciso nel retrobottega di un ex bar malfamato. In una La Spezia schietta e abitudinaria, che arranca in direzione del post-moderno, il commissario D’Imporzano cerca l’omicida e si ritrova a marcare stretto squali al capolinea, potenti redivivi, reduci da ipnosi collettiviste.
Tra reietti e furbi, resipiscenti e vinti, medici e presunti golpisti in quiescenza, con in sottofondo i soliloqui radiofonici di un ex detenuto cieco, D’Imporzano corregge il tiro grazie alle imbeccate di un barbiere sputasentenze e ai cardini forniti da preoccupati colleghi in grigio.
Di pari passo, D’Imporzano affranca una neo vedova borghese, gioca con la memoria e si ritrova attraversato da una tensione immaginifica ogni giorno più fervida. Scopre la vaghezza conformista della comunicazione contemporanea e si prende qualche rivincita mentre insegue e ricompone frammenti della propria storia, della storia della sua città, della nostra storia.
D’Imporzano — che gioca in casa, nella sua città, più marina della Marsiglia di Izzo — scandaglia gli scrigni di alcuni poteri sopravvissuti mentre si gode le perle del Golfo dei Poeti e delle Cinque Terre. Qui si ritrovano i fuochi, i profumi e i cibi di Liguria. Le estati calde e assolate, le mattine fresche e i colori della piazza del mercato, le navi della Marina Militare in rada, la farinata, i sorsi di birra e il fumo di sigarette che sale da via del Prione. Trovano anche le cose smarrite tra i ricordi dei bombardamenti e dei diporti oltre l’immensa diga foranea: a levante la San Terenzo di Mary e Percey Shelley, Lerici, la Tellaro di Mario Soldati; a ponente Porto Venere e l’Isola Palmaria.
Trovano giornate piene, nel vento e nel sole, prima dell’uniformità serale e seriale delle luci bluastre delle televisioni che, verso cena, fuoriescono dai tinelli e dalle finestre, in un solo, elettrico, oblio. Il lettore è inchiodato dalla prima all’ultima pagina, con tanto di capoversi dove prendono corpo una sensualità e un erotismo che lasciano il segno.
Autore: Giacomo Guglielmone
Titolo: La stagione da Iseo
Editore: Robin edizioni
Genere: Giallo
Codice ISBN: 9788867401444
Giacomo Guglielmone (1968) è un giornalista italiano. Nato a La Spezia, si è laureato in Scienze Politiche all’Università di Pisa e specializzato in Comunicazioni Sociali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Professionista dal 1999, ha collaborato con varie testate italiane (Il Sole-24 Ore, La Stampa, Corriere Economia, Italia Oggi, Gente, Il Tirreno, Settimanale Giallo) e straniere (Radio Svizzera Tedesca). Lavora per La Provincia di Cremona. “La stagione da Iseo” è il suo primo romanzo.