di Ciuenlai
Il modello tedesco sull’art. 18 non è la linea del Piave per il Pd. Siamo già a Giarabub, all’oasi isolata nel deserto, circondata da nemici, che prima o poi si arrenderà, magari con l’onore delle armi, ma si arrenderà. Il fatto è che il “fronte” è stato già sfondato in più punti e che il Partito Democratico (e direi anche la Cgil) è in ritirata su tutta la linea. Perché i protagonisti si soffermano sullo scontro (si fa per dire) di questi giorni e pochini ricordano i punti di partenza. Quando Il Governo Monti si insediò il Partito Democratico sbandierò ai 4 venti che “il risanamento stavolta toccava a chi non aveva mai pagato”. E il provvedimento dei provvedimenti che sanciva questa svolta era l’introduzione della tassa patrimoniale. Naturalmente di ciò non c’è traccia nelle decisioni prese dal sig. Monti che invece è andato avanti falcidiando le pensioni, aumentando l’irpef e l’Iva, raddoppiando il prezzo della benzina che ha moltiplicato quello della spesa delle famiglie, cancellato la voce diritti e via bastonando. Quello che si era detto di voler evitare, “il massacro sociale” è stato servito al coscio. Chi ha pagato la crisi? I soliti noti! Chi ha lucrato dalla crisi? I soliti ricchi (leggi possidenti, padroni, banchieri, finanzieri e affini). E adesso, a sconfitta annunciata, siamo alla farsa : La Cgil proclama uno sciopero generale a “babbo morto” e nel Pd cominciano a suonare forte le sirene di Fassino, Ichino, Veltroni, Fioroni, Letta, Gentiloni per l’aggiustamento, senza reintegro, del famigerato articolo. La metà del Pd è già pronta a firmare la resa di Giarabub “art.18”. L’altra metà, dopo aver constatato che tutti i buoi sono già usciti dalla stalla, si sta preparando a voltarsi dall’altra parte. Lo conferma un sibillino Dalema che per tenere buona la piazza, si dichiara Laburista e invita tutti ad ingoiare il rospo promettendo una svolta a sinistra nel 2013. Dobbiamo ridere?