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La stampa tedesca, americana e britannica sulle cose di Cosa nostra

Creato il 26 aprile 2014 da Cagliostro @Cagliostro1743

Matteo Messina DenaroI giornali esteri sono sempre stati attenti al fenomeno della criminalità in Italia e sulle implicazioni sulla politica e gli affari.
In passato il Whashington Post aveva messo in luce gli interessi della mafia siciliana sul business delle energie rinnovabili mentre dall’Inghilterra avevano visto l’elezione di Rosario Crocetta a governatore della Regione Sicilia come la risposta del miglior Sud alla cosche di Cosa Nostra. L’agenzia Reuters aveva realizzato un’inchiesta sugli interessi della ‘ndrangheta sulla cocaina e sul calcio mentre, sempre a proposito della criminalità calabrese, il britannico Telegraph giustificava  l’euroscetticismo oltremanica proprio a causa delle “‘ndrine” calabresi. L’Independent , l’Economist ed il New York Times invece si erano soffermati ad analizzare gli interessi della criminalità nel business degli appalti pubblici.
Più recentemente Tom Kington con un articolo sul Guardian si concentra su quello che è il latitante numero uno in Italia: Matteo Messina Denaro. Un mafioso atipico con centinaia di pagine facebook in suo onore che ne esaltano il coraggio. In una di queste pagine si può leggere: «Cosa Nostra agisce per i poveri e gli oppressi cercando, a suo modo, di riparare ai torti».
Un mafioso atipico secondo Kington che crede di operare nel giusto e vede sé stesso come un filosofo, un eroe popolare ed un seduttore. 
Un latitante ben diverso da altri ex latitanti famosi come Bernardo Provenzano o Totò Riina secondo Teresa Principato, il magistrato che da anni lo insegue: «Matteo Messina Denaro è particolare perché rappresenta sia la vecchia che la nuova mafia. Come i vecchi mafiosi vede la mafia come uno Stato superiore, che coinvolge pochi eletti che sono degni di onore. Confida solo in coloro che sono vicini a lui. Ma è anche moderno, non è Bernardo Provenzano. Messina Denaro non vive in campagna mangiando cicoria. Il suo è uno stile di vita dorato. Lui è avido, spietato, imprenditore impegnato in qualsiasi attività commerciale che possa portare profitti».

Dalla Gran Bretagna l’attenzione sulla mafia italiana passa in Germania che si era accorta della presenza della criminalità italiana dai tempi della strage di Duisburg del 2007 in cui vennero uccise sei persone legate alla ‘ndrina calabrese Pelle-Vottari di San Luca. Le cosche calabresi e siciliane sono da tempo presenti in Germania e Jörg Diehl sullo Spiegel dedica un articolo a come Cosa Nostra si sia infiltrata con le sua attività imprenditoriali. Secondo uno studio del North Rhine-Westphalia State Office of Criminal Investigation (Lka) nelle regioni del  

 

”>Reno e della Ruhr opererebbero diverse società di costruzioni

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<p>”>Reno e della Ruhr opererebbero diverse società di costruzioni  

 

”>fittizie che hanno il solo scopo di riciclare denaro proveniente da attività illecite: a gestire tali società sarebbero uomini del Sud Italia con legami con Cosa Nostra.
La domanda che si pone Diehl è semplice: una parte dell’economia tedesca è nella morsa della mafia? Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Westdeutscher Rundfunk e di Spiegel ci sono forti connessioni tra il settore delle costruzioni e la criminalità organizzata italiana: una valutazione – sottolinea Diehl – condivisa dalle

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La domanda che si pone Diehl è semplice: una parte dell’economia tedesca è nella morsa della mafia? Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Westdeutscher Rundfunk e di Spiegel ci sono forti connessioni tra il settore delle costruzioni e la criminalità organizzata italiana: una valutazione – sottolinea Diehl – condivisa dalle 

 

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La domanda che si pone Diehl è semplice: una parte dell’economia tedesca è nella morsa della mafia? Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Westdeutscher Rundfunk e di Spiegel ci sono forti connessioni tra il settore delle costruzioni e la criminalità organizzata italiana: una valutazione – sottolinea Diehl – condivisa dalle

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La domanda che si pone Diehl è semplice: una parte dell’economia tedesca è nella morsa della mafia? Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Westdeutscher Rundfunk e di Spiegel ci sono forti connessioni tra il settore delle costruzioni e la criminalità organizzata italiana: una valutazione – sottolinea Diehl – condivisa dalle

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La domanda che si pone Diehl è semplice: una parte dell’economia tedesca è nella morsa della mafia? Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Westdeutscher Rundfunk e di Spiegel ci sono forti connessioni tra il settore delle costruzioni e la criminalità organizzata italiana: una valutazione – sottolinea Diehl – condivisa dalle

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La domanda che si pone Diehl è semplice: una parte dell’economia tedesca è nella morsa della mafia? Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Westdeutscher Rundfunk e di Spiegel ci sono forti connessioni tra il settore delle costruzioni e la criminalità organizzata italiana: una valutazione – sottolinea Diehl – condivisa dalle

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La domanda che si pone Diehl è semplice: una parte dell’economia tedesca è nella morsa della mafia? Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Westdeutscher Rundfunk e di Spiegel ci sono forti connessioni tra il settore delle costruzioni e la criminalità organizzata italiana: una valutazione – sottolinea Diehl – condivisa dalle

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La domanda che si pone Diehl è semplice: una parte dell’economia tedesca è nella morsa della mafia? Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Westdeutscher Rundfunk e di Spiegel ci sono forti connessioni tra il settore delle costruzioni e la criminalità organizzata italiana: una valutazione – sottolinea Diehl – condivisa dalle

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La domanda che si pone Diehl è semplice: una parte dell’economia tedesca è nella morsa della mafia? Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Westdeutscher Rundfunk e di Spiegel ci sono forti connessioni tra il settore delle costruzioni e la criminalità organizzata italiana: una valutazione – sottolinea Diehl – condivisa dalle

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La domanda che si pone Diehl è semplice: una parte dell’economia tedesca è nella morsa della mafia? Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Westdeutscher Rundfunk e di Spiegel ci sono forti connessioni tra il settore delle costruzioni e la criminalità organizzata italiana: una valutazione – sottolinea Diehl – condivisa dalle

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La domanda che si pone Diehl è semplice: una parte dell’economia tedesca è nella morsa della mafia? Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Westdeutscher Rundfunk e di Spiegel ci sono forti connessioni tra il settore delle costruzioni e la criminalità organizzata italiana: una valutazione – sottolinea Diehl – condivisa dalle

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La domanda che si pone Diehl è semplice: una parte dell’economia tedesca è nella morsa della mafia? Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Westdeutscher Rundfunk e di Spiegel ci sono forti connessioni tra il settore delle costruzioni e la criminalità organizzata italiana: una valutazione – sottolinea Diehl – condivisa dalle

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che hanno il solo scopo di riciclare denaro proveniente da attività illecite: a gestire tali società sarebbero uomini del Sud Italia con legami con Cosa Nostra.
La domanda che si pone Diehl è semplice: una parte dell’economia tedesca è nella morsa della mafia? Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Westdeutscher Rundfunk e di Spiegel ci sono forti connessioni tra il settore delle costruzioni e la criminalità organizzata italiana: una valutazione – sottolinea Diehl – condivisa dalle autorità investigative in molti Stati tedeschi. Le cifre sarebbero notevoli: secondo le stime degli investigatori lo Stato perderebbe circa un miliardo e mezzo di euro per mancate tasse e circa due miliardi di contributi previdenziali non pagati.
Secondo una relazione dello State Office of Criminal Investigation di Düsseldorf le conseguenze per l’economia locale sono disastrose e le a
ttività della mafia sono la causa del declino di un settore importante in Germania come quello delle costruzioni. Imprenditori onesti non possono competere a lungo termine con i prezzi delle aziende che utilizzano manodopera illegale e sebbene il problema sia noto da molto tempo  

 

”>non c’è ancora un sistema efficace per controllarlo.
Per gli inquirenti della Polizia giudiziaria federale (Bka)

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Per gli inquirenti della Polizia giudiziaria federale (Bka)

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Per gli inquirenti della Polizia giudiziaria federale (Bka)
i clan hanno guadagnato circa 123 milioni di euro negli ultimi 10 anni e di questi solo otto sarebbero stati confiscati: un’impotenza che spiega il perché i criminali italiani stiano così bene in Germania. Secondo la Bka in Germania vivrebbero circa 460 affiliati alla mafia la maggior parte dei quali tra gli Stati di Baden -Württemberg, Nord Reno-Westfalia, Baviera e Assia.
«Per la mafia , la Germania è allo stesso tempo un luogo di riposo e di attività», dice il presidente del Bka per il Baden -Württemberg di Stoccarda, Dieter Schneider. «Rimane un luogo dove nascondersi dalle autorità, ma anche un luogo in cui vengono pianificati e commessi i reati. L’obiettivo dei criminali italiani, però , è di passare il più possibile inosservati», aggiunge Schneider secondo cui la strage di Duisburg del 2007 dovrebbe essere considerato solo «un incidente sul lavoro» mentre l’obiettivo principale dei clan è di entrare nell’economia legale e nelle alte sfere della società.
Non solo mafia in Germania ma anche camorra che opera nel commercio degli articoli contraffatti e la ‘ndrangheta che invece preferisce il mercato della droga.

Proprio sul ruolo della ‘ndrangheta si concentra un articolo dell’Economist. La criminalità calabrese dai modesti inizi ha ormai assunto un piano di “leadership” con un fatturato solo nel 2013 di circa 50 miliardi di euro. Ma la domanda che si pone l’Economist è molto interessante: chi controlla la ‘ndrangheta? Secondo il pubblico ministero Giuseppe Lombardo non esisterebbe un leader supremo ma il comando apparterrebbe ad un “livello invisibile” da individuare nella classe media. Nelle intercettazioni un sindacalista successivamente condannato, Sebastiano Altomonte, spiegava alla moglie che la ‘ndrangheta era divisa tra un piano visibile ed uno invisibile. Queste dichiarazioni hanno aperto un nuovo scenario e l’esistenza di un livello nascosto sarebbe sconosciuto anche ad alcuni appartenenti alla stessa organizzazione criminale. Insomma sarebbe una ‘ndrangheta che cambia faccia e che si ristruttura: una trasformazione di cui sarebbero consapevoli gli stessi capi storici. Come rivela il Corriere della Sera queste le parole intercettate di Pantaleone Mancuso, boss della cosca Mancuso di Limbadi (VV): «La ‘ndrangheta non esiste più!…. Una volta, a Limbadi, Nicotera, Rosarno c’era la ‘ndrangheta!. Adesso la ‘ndrangheta fa parte della Massoneria, diciamo è sotto la massoneria. Ha però le stesse regole!… La ‘ndrangheta non c’è più è rimasta la massoneria e quei quattro storti che ancora credono alla ‘ndrangheta!…». Parola di boss.

 

La stampa tedesca, americana e britannica sulle cose di Cosa nostra.


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