Buone notizie, molto interessanti, arrivano da una recente sentenza della Cassazione.
Decisioni che vanno a schierarsi contro l’ormai diffusissimo “diritto al Photoshop“ che diversi albergatori credono lecito concedersi; cataloghi impeccabili con foto da resort a 5 stelle, immagini ritoccatissime che rendere le sistemazioni più luminose, apparentemente più spaziose e accattivanti.
STOP! Gli ospiti pretendono tutela e la Cassazione corre in soccorso!
Da oggi, previa raccolta di testimonianze e di foto VERE da presentare al giudice, il viaggiatore ha il diritto di protestare e di vedersi risarcire il prezzo pagato per quella camera che non corrisponde alle aspettative create da siti internet e brouchures.
“La stanza è brutta e io non pago!“ …e anzi, nell’eventualità della proposta in una sistemazione alternativa, magari più costosa o lontana, l’ospite “ingannato” può anche chiedere un indennizzo per le spese sostenute e il danno non patrimoniale per la frustrazione dovuta alla vacanza andata a rotoli.