Robert Sharenow
E’ scrittore e produttore televisivo. Il suo romanzo d’esordio è stato scelto dalla American Library Association come miglior libro per ragazzi del 2008. Per il suo lavoro come produttore televisivo ha vinto un Emmy Award. Vive a New York con la moglie, due figlie e un cane, Lucy. La stella nel pugno è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.
Titolo: La stella nel pugno
Autore: Robert Sharenow
Serie: //
Edito da: Piemme Freeway
Prezzo: 15,50 €
Genere: Romanzo,Narrativa
Pagine: 378 p.
Voto:
Trama: Karl Stern, quattordicenne di Berlino, non ha mai pensato a se stesso come a un ebreo. Ma ai nazisti non importa che non abbia mai messo piede in una sinagoga o che la sua famiglia non sia praticante. Demoralizzato dalle continue aggressioni subite a causa di un’eredità che non riconosce come sua, il ragazzo inizia a frequentare una palestra dove nessuno sa chi è. Karl si rivela una vera promessa della boxe, e quando ha l’opportunità di essere allenato da Max Schmeling, campione mondiale ed eroe nazionale della Germania nazista, pensa sia l’occasione per il suo riscatto.Presto però la violenza del regime esplode e il ragazzo non sa se il suo allenatore, che conosce il suo segreto, lo tradirà.
Recensione
di Debora
La prima e più aspra lezione per i giovani pugili è l’imparare a incassare un pugno. Se non si padroneggia tale capacità, non si avrà mai successo sul ring. Anche i più grandi campioni devono saper assorbire innumerevoli colpi.
Helmut Muller, Le basi del pugilato per i giovani tedeschi
Quello che salta all’occhio immediatamente nella lettura di questo libro è la cura e l’attenzione che ci ha messo l’autore nel raccontare una storia che ha come co-protagonista un personaggio realmente esistito, Max Schmeling, campione mondiale dei pesi massimi dal 1930 al 1932, sposato con Anny Ondra, anche lei citata nel romanzo, attrice ceca che ha interpretato due film di Alfred Hitchcock. L’autore stesso afferma di essersi molto documentato per quanto riguarda il mondo dei pugili, e si nota: le descrizioni che fa sono molto precise e reali. I movimenti sul ring, i colpi, i pugni, le tattiche, velocità e destrezza sono reali. Ci pare di assistere ad un vero incontro.
Ma per il lettore, il protagonista principale e quello che lo farà rimanere col fiato sospeso è senza dubbio Karl, narratore dei fatti, colui che diventerà poi allievo del celebre Max. Il problema di Karl non è solo l’antisemitismo, problema ben più grande di lui, ma anche la vita di tutti i giorni. E’ un ragazzo e come tale è preoccupato da molte altre cose come l’amore, l’aspetto fisico, la scuola. Poi c’è la sua famiglia, non proprio perfetta: la mamma è depressa e non sempre riesce ad occuparsi dei suoi figli ma deve lei stessa essere tirata fuori dai problemi; il padre, a primo impatto burbero e severo, ma che rivelerà con i silenzi il suo vero carattere e la sorellina da proteggere.
I personaggi di questa storia sono ben descritti e costruiti ma soprattutto entrano in scena poco per volta sulla punta dei piedi. Karl stesso, se all’inizio del romanzo ci sembrerà un ragazzino senza indole e un po’ pauroso, un passo per volta riuscirà a farsi coraggio e a dimostrare, grazie anche alla boxe, di essere un uomo pronto a proteggere la propria famiglia. Anche se sarà inevitabile affezionarsi maggiormente a Karl, devo ammettere che tutti gli altri personaggi sono così ben costruiti e acquisiscono un tale spessore che è impossibile dimenticarseli. Anche nella narrazione, seppur sia Karl a raccontarci la storia, riusciamo a cogliere anche i punti di vista di tutti gli altri membri della famiglia.
L’autore riesce anche a descrivere con facilità e senza pesantezza il modo di vivere degli ebrei e la loro persecuzione. Descrive le leggi di Norimberga e accenna ai campi di concentramento ma sempre in maniera delicata, visto il pubblico a cui è destinato il libro.
Mi chiesi perché li chiamassero campi di concentramento. Su cosa si dovevano concentrare?
Un particolare del romanzo è che è intervallato nelle pagine da delle semplici vignette. Il motivo della scelta è che il nostro protagonista è un amante dei fumetti e lui stesso si appassiona a disegnare. Anche in questo particolare del romanzo l’autore ci dimostra di essersi documentato sui fumetti dell’epoca. Nessun fumetto a mio parere è messo a caso; citare Superman a mio parere è un modo per farci credere e sperare che anche nelle epoche buie, nei periodi storici dove gli oppressi non vedevano vie d’uscita, ci fosse un eroe pronto a salvarli.
E come Superman così la boxe sarà un modo per Karl per sfuggire o meglio per affrontare con i pugni la vita da ebreo. Perché la boxe non è solo uno sport è uno stile di vita che ci può rendere migliori.
Se volete assistere ad alcuni combattimenti di Max, potete vederli qui: http://www.youtube.com/watch?v=lihT_ewxVko e inoltre uno spezzone del film Knockout con Max e Anny qui : http://www.youtube.com/watch?v=Lv-xS7-B3jI