La stevia ora piace anche all'industria

Creato il 18 maggio 2012 da Scienziatodelcibo @scienziatodelci

La FDA americana e le Autorità Europee, per due decenni, hanno nutrito forti dubbi sulla innocuità di questa pianta naturale, pertanto non ne hanno mai autorizzato l’uso. La Merisant di Chicago (multinazionale della galassia Monsanto), che da decenni vende l’aspartame con il nome “Equal” in tutto il mondo, a un certo punto è schiacciata dai debiti. Coca Cola Company rispolvera studi su un estratto di stevia, la Rebiana, che per anni FDA e Autorità Europee hanno accantonato. Il marchio commerciale si chiama Truvia e il nuovo dolcificante è stato sviluppato dalla Coca Cola con l’aiuto di Cargill, multinazionale del grano e degli alimenti industriali e dei farmaci. Anche la Pepsi ha preparato il suo estratto di stevia. Si chiama PureVia ed è simile a quello della Coca Cola, ma sviluppato con Merisant.

Per ora solo sperimentazioni scientifiche delle….multinazionali

Secondo Morando Soffritti , direttore dell’Istituto di ricerca Ramazzini di Bologna (che da anni si occupa di studiare il legame tra un altro edulcorante, l’ Aspartame , e l’insorgenza del cancro), non esistono studi scientifici che dimostrino la sicurezza degli estratti della Stevia. “Noi conosciamo la Stevia da anni, come alternativa naturale ai dolcificanti artificiali”, dice il professore, “ma studi adeguati per numero di animali e dose di stevia somministrata non ne sono mai stati fatti. Abbiamo suggerito l’avvio di ricerche sugli effetti a lungo termine di cancerogenicità su ratti e topi, per verificare l’esistenza di eventuali rischi per la salute associati alla pianta o al prodotto trattato per la commercializzazione. Abbiamo cercato fondi per realizzare uno studio noi stessi, ma non li abbiamo trovati. Mentre le industrie diffondono dati sulla sicurezza, ma non spiegano come li hanno prodotti, perchè non esiste una legge che le obbliga a pubblicare i risultati delle proprie investigazioni”. L’Efsa, chiamata a esprimersi sui rischi dell’edulcorante, ha concluso che la sostanza non è cancerogena, né genotossica e non presenta rischi di tossicità per la riproduzione o per lo sviluppo dell’organismo. Gli esperti dell’Authority, però, hanno sottolineato che ci potrebbe essere una preoccupazione circa l’uso di steviosidi in alcuni gruppi di popolazione e, in particolare, quelli con malattie autoimmunitarie o infiammazioni del tratto gastrointestinale. (Fonti: Europass; Il Salvagente – nov 2011)

Stevia, quali interessi finanziari?

La PureCircle Ltd è una multinazionale che produce l’80% degli estratti di Stevia in tutto il mondo. Compagnia originaria della Malaysia, ha sedi in USA, Svizzera, Australia, Russia, Paraguay e Cina. Ha instaurato una joint-venture con Tereos Food,  gruppo francese agroindustriale cooperativo, specializzato nella prima trasformazione di barbabietola da zucchero, canna da zucchero e cereali. Quest’anno PureCircle stipula una partnership con la Merisant: in pratica con il marchio PureVia, la Merisant si assicura l’esclusiva fornitura di Stevia da parte di PureCircle. Nel 2011 sono stati lanciati 720 nuovi prodotti a base di stevia. Solo nel mercato USA quasi il 90% della stevia è già usata come ingrediente in acque aromatizzate, sostitutivi dello zucchero, succhi di frutta. Con ciò cosa voglio dire? La stevia, per anni invocata come alternativa naturale agli edulcoranti artificiali, ora che è autorizzata diventa il nuovo mostro? No, o meglio, non lo so. Gli studi sono ancora poco chiari. Poi il mercato è in mano alle solite multinazionali (Cargill e Monsanto) e questo mi rende sospettoso. Non vi sembra questo un oligopolio?


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