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La storia degli hacker contro James Franco e “The Interview”

Creato il 18 dicembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

La notizia di oggi, 18 dicembre, è che gli hacker hanno vinto: Sony ha deciso, dopo diversi attacchi, di rinunciare alla proiezione del film The Interview con la coppia James Franco e Seth Rogen.
La vittoria è totale. Il colosso giapponese ha cancellato non solo l’uscita della pellicola a Natale, ma ha anche eliminato ogni possibilità di uscita in tv on demand e successivamente in home-video.
“Sony Pictures non ha ulteriori progetti di uscita per The Interview“, ha detto un portavoce di Sony, chiudendo definitivamente la storia.
Per comprendere la vicenda dobbiamo tornare un poco indietro.

Alcuni hacker, nei giorni scorsi, avevano minacciato forti ripercussioni e attentati in “stile 11 settembre” nel caso in cui The Interview fosse uscito nelle sale cinematografiche. Subito dopo, alcuni alcuni esercenti cinematografici avevano reso noto di non essere più disponibili a riprodurre il film nelle proprie sale.

Il film, diretto da Evan Goldberg e intepretato da James Franco e Seth Rogen – coppia resa indimenticabile dallo stesso regista nell’esilarante Pinapple Express (in Italia tradotto, malamente, Strafumati) – tratta di un piano dei due, Franco un anchorman e Rogen un produttore, per eliminare il dittatore nordcoreano Kim Jong-un.
La scena più discussa e recriminata di The Interview sarebbe quella in cui la testa di Kim Jong-un, leader della Corea del Nord dal 2011, salta letteralmente in aria.

Sony ha ceduto in maniera così rapida al messaggio minatorio degli Hacker, autodenominatisi “Guardiani della Pace“, non solo per il macabro contenuto, ma sopratutto visti i precedenti di fine novembre.
Il gruppo economico giapponese aveva già subìto, alla fine del mese scorso, un attacco ai propri software: un furto informatico da parte degli Hacker consistente in e-mail private poi divulgate al pubblico. La vicenda, che potrebbe sembrare insignificante, non è stata sottovalutata dalla Sony, fra le prime 100 imprese al mondo per fatturato.
I messaggi divulgati hanno alquanto imbarazzato la multinazionale nipponica. Fra questi, la corrispondenza tra la co-presidentessa di Sony Pictures Entertainment, Amy Pascal, e il produttore Scott Rudin. Alcuni commenti razzisti rivolti al presidente Barack Obama, e denigrazioni verso Angelina Jolie apostrofata come ” una mocciosa senza talento”, avevano destato scalpore negli States.
Dopo le scuse di Pascal e Rudin, si è insinuato il sospetto che l’attacco avesse già motivazioni insite nell’imminente uscita di The Interview. La Corea del Nord, nonostante abbia considerado come “giusto” l’attacco a Sony, ha sempre negato ogni tipo di coinvolgimento nell’affaire.
Qualche giorno fa avevamo descritto minuziosamente il fatto. Qui il link dell’articolo. http://retroonline.it/12/12/2014/attualita/sony-sotto-attacco-la-colpa-e-di-the-interview/

Nella vicenda non è coinvolta solo la Sony, ma lo è anche James Franco, insieme al suo The Interview. Il cyberattacco sta dando rapidamente vita ad un vero e proprio caso diplomatico fra gli Stati Uniti d’America e la C0rea del Nord, per motivazioni immaginabili.

In questi giorni alcune fonti organizzative, che stanno indagando sull’attacco informatico ai danni di Sony, hanno fatto sapere che dietro alla vicenda ci sarebbe la mano del regime dittatoriale nordcoreano.

“Ricordatevi l’11 settembre del 2001. Vi consigliamo di tenervi a distanza da quei posti, se la vostra casa è nelle vicinanze, è meglio che ve ne andiate. Qualsiasi cosa capiti nei prossimi giorni e’ solo colpa della cupidigia della Sony Pictures Entertainment”, avevano scritto gli hacker nei messaggi spediti a Hollywood Reporter e Variety.
James Franco e Seth Rogen avevano annullato qualsiasi appuntamento con la stampa inerente a The Interview a seguito delle minacce. “Il mondo sarà’ pieno di paura”, concludeva il messaggio degli hacker divulgato dai media.

“Gli Stati Uniti stanno investigando sui responsabili. Un aggiornamento sarà fornito a tempo debito”, ha detto il portavoce del National Security Council della Casa Bianca. Non sono stati nominati né Kim Jong-un né la Corea del Nord, ma resta comunque chiara l’insinuazione. L’Nsc ha poi aggiunto: “Il governo degli Stati Uniti sta lavorando senza sosta per assicurare alla giustizia i responsabili di questo attacco e una serie di opzioni di risposta sono state prese in considerazione”.
Mercoledì alcune testate giornalistiche, tra cui Cnn e Times, hanno affermato – tramite fonte anonima – un effettivo collegamento tra il cyber-attacco a Sony, The Interview e il regime di Kim Jong-un. I federali sono stati ovviamente cauti e, senza smentire né confermare, hanno diramato una nota ufficiale:  “Al momento non ci sono dichiarazioni ufficiali perché l’indagine è ancora in corso. E’ prevista, però, la diramazione di un comunicato ufficiale entro 24 ore”.
Secondo un altro mostro sacro del giornalismo statunitense, il New York Times, sono inoltre da chiarire i collegamenti tra l’attacco alla Sony e degli eventuali aiuti di elementi interni all’azienda. Si dovrebbe quindi indagare sull’esistenza di una o più talpe che avrebbero spianato la strada ai Guardiani della Pace per l’infiltrazione informatica. Sony dispone, nel mondo, di quasi 147 mila dipendenti.
La storia, che a tutti gli effetti pare una sceneggiatura di un film bella che pronta, rivelerà altri dettagli. Intanto per chi – come noi – è rimasto incuriosito da The Interview, ne inseriamo il trailer (che ispira parecchio).

http://retroonline.it/12/12/2014/attualita/sony-sotto-attacco-la-colpa-e-di-the-interview/

Tags:Corea del nord,hacker,james franco,Kim Jong Un,the interview

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