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I due fiori ripresero a chiacchierare fitto, fitto. Parlando di progetti e riempiendosi di complimenti, fino a che il sole non abbassò la guardia e il buio cominciò ad abbracciare ogni cosa. Quando si va a dormire c’è sempre quel momento, in cui la soddisfazione per ciò che si è vissuto si mescola con l’incertezza per quel che verrà. I due fiori erano entusiasti e felici di quella loro nuova condizione. Ma, ogni felicità può subire enormi scossoni e fu proprio quello che successe.Era mattina presto. Il sole non c’era, coperto da una fittissima coltre di nuvole nere. All’improvviso, il silenzio del cielo venne squarciato dal rumore di un tuono. Allora… non solo i fiori si svegliarono di colpo, ma fu subito panico. Se c’è una cosa che da fiore sai bene è che è difficile sopravvivere alla pioggia, se la pioggia è un temporale e se il temporale è uno di quelli seri.Guardando il nero tutto intorno e il chiarore dei lampi, che in lontananza annunciavano l’imminente arrivo di un putiferio, i due fiori capirono subito che non ci sarebbe stato scampo. Non persero tempo a dirsi chissà che cosa, perché non ci sarebbero più state chiacchiere sul tempo che passava o su quello che avrebbero potuto raccontarsi l’indomani, per sconfiggere la noia. Non ci sarebbe più stato il tempo per ammirarsi, né quello per continuare a dirsi fortunati. Sarebbero morti di sicuro, non c’era modo di evitarlo. Si guardarono un’ultima volta, si bearono di quel calore interiore, che arriva anche d’estate e che non ti abbandona mai quando nasce da un forte sentimento e, insieme, dissero solo: «Sono innamorato di te e lo sarò per sempre!». Il tempo di un breve silenzio, poi le prime gocce d’acqua e il vento forte.In pochi minuti, nulla rimase com’era. I fiori e non solo vennero uccisi e spazzati via dal temporale. Non servì a niente che la pioggia decidesse di smetterla subito dopo. La violenza con cui era caduta era stata tale, che anche il fiore più forte e cocciuto non sarebbe riuscito a resistere. Quando il sole tornò a splendere, i due fiori innamorati non c’erano più. Altri boccioli ancora chiusi erano riusciti a rimanere attaccati alla pianta, ma dei bellissimi petali nuovi dei due fiori innamorati non c’era più traccia tra le foglie.Lì per lì, anche se nessuno gli aveva mai rivolto la parola, per gli altri fu un dispiacere non averli più tra loro.Poi, d’improvviso, un giovane bocciolo alzò la voce e riuscì a catturare l’attenzione di tutti: «Ehi! Guardate lì… guardate!», disse con tono emozionato.Alcuni petali erano rimasti in terra e il sole li aveva già asciugati. Pure se malridotti, si stavano toccando.
«Sono convinto che sia quella carezza speciale che hanno sempre cercato e che non sono mai riusciti a darsi. Adesso, penso proprio che loro siano felici… ovunque il vento li abbia portati». E per quel giorno non si disse altro. Il chiacchiericcio dei due fiori innamorati non c’era più e non avrebbe avuto senso rimpiazzarlo con qualcosa di meno speciale.
Magari, un giorno la stessa magia si sarebbe ripetuta. Ma, fino ad allora… silenzio.
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