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Quando si inizia a giocare? La storia del bridge comincia in Inghilterra negli ultimi decenni del XIX secolo, ma le sue origini sono più remote. Probabilmente il gioco deriva dal "Whist", passatempo praticato nel Regno Unito fin dal 1600. Nel 1873 a Buyukdere - sul Bosforo - nasce il "Whistbridge", molto simile al bridge moderno. Nel 1892 il baricentro evolutivo del bridge si sposta in USA, dove John Templeton Mitchell pubblica il primo volume ufficiale sulle modalità del gioco agonistico: la scala gerarchica dei colori è ancora quella classica del poker, ogni presa oltre la sesta, vale 12 punti se realizzata senza briscola; ma si parla per la prima volta di "match-pointing", metodo ancora oggi in voga. Il gioco approda a Chicago e a New Orleans. Si disputa il primo incontro fra club a Filadelfia. Nel 1904 nasce l'"Auction bridge", e in Francia il "Plafond bridge". Il 16 gennaio del 1904 appare sul Times un compendio delle nuove regole di gioco, riprese due anni più tardi anche da un articolo pubblicato sul Daily Mail. Gran parte della fortuna del bridge viene ricondotta alle innovazioni introdotte dal grande giocatore americano Milton Work, nel 1914. Nel 1922 nasce la prima rivista specializzata "The Auction Bridge Magazine" e nel 1927 si forma la prima Federazione nella storia del gioco: "The American Action Bridge League". Altri cambiamenti subentrano nel 1925, quando, durante una crociera che attraversa il Canale di Panama, il miliardario statunitense Harold Stirling vincitore di 3 America's Cup, la scala gerarchica dei colori diviene quella dei nostri giorni con le picche che dominano sugli altri semi. La regolamentazione definitiva del gioco è del 1932, tramite gli accordi presi fra il Portland Club, il West Club di New York e la Commission francaise du bridge, centri clou del gioco di origine anglosassone. A questo punto il bridge diviene il "signore" incontrastato di tutti i giochi di carte. Il primo campionato europeo è del 1937. In Italia, il bridge, prende piede negli anni Trenta, con la costituzione delle prime Leghe Nazionali e i vari Organismi internazionali che coordinano le gare e i campionati. Nel 1939 l'Associazione Italiana Bridge - per via di perentorie intimidazioni di alcuni importanti personaggi politici, e per la necessità di rendere "puro" e patriottico ogni nome - cambia denominazione sociale in "Associazione Italiana Ponte". Nel 1993 la cambia ancora nome e diviene "Federazione Italiana Gioco Bridge" (FIGB). Il nome indica il "ponte" ideale che viene a formarsi fra i compagni di coppia, anche se alcuni storici riconducono il nome a una modificazione eufonica del termine russo "Biritch", con cui veniva denominato nel XIX scolo un gioco simile al bridge classico. C'è chi invece lo fa risalire al fatto che gli addetti dell'ambasciata inglese a Costantinopoli, per andare a giocare al caffè "Le Khédive", dovevano ogni giorno attraversare il "Galata Bridge" che univa le due città di Galata e di Pera. Oggi il bridge è seguitissimo e coinvolge nel mondo più di 1.500.000 di professionisti e decine di milioni di appassionati. Le gare più importanti avvengono in club o in palazzetti dello sport adibiti per l'occasione al gioco di carte. Il bridge si è affiliato come Federazione al CONI nel 1992 e da allora viene definito come un "elegante forma di sport mentale".
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