La pizza, simbolo indiscusso di Napoli, così come suggerisce il nome attribuitole, è nata in onore della regina Margherita di Savoia. La sua storia è ormai nota a tutti ma un recente studio, ha messo in dubbio questa incrollabile certezza, affermando che non è nata a Napoli ma piuttosto a Gaeta… Un “duro colpo” per i napoletani, a cui si può togliere tutto (o quasi…) ma non il primato della pizza!
Patria della pizza sarebbe dunque Gaeta, borgo marinaro del basso Lazio, famoso per due specialità culinarie: la tiella e le olive locali. La ricerca, condotta dallo storico Giuseppe Nocera, che si occupa di cultura alimentare e che insegna presso l’Istituto Alberghiero di Formia, verrà presentata il 12 febbraio, nei dettagli e nell’ambito di un convengo, incentrato sull’ “archeopizza”, ovvero un excursus sulla sua storia e le sue dubbie origini.
La pizza era conosciuta come pietanza povera nella Napoli del XVII secolo, sarebbe stata poi rivisitata nella versione bianca ricoperta da strutto e solo tempo dopo sarebbe stata ricoperta dal pomodoro. Le prime fasi dello studio, dunque, focalizzano l’attenzione sull’etimologia del termine “pizza”, testimoniata da un atto notarile, scritto nel maggio del 997 d.C e custodito presso l’Archivio della Cattedrale di Gaeta, che attesta la locazione di un mulino sul fiume Garigliano, che divide la regione Lazio dalla nostra Campania, luogo in cui sarebbe nata la pizza o quanto meno le primissime preparazioni. Più nello specifico, al mulino era annesso anche un terreno appartenente al vescovato, entrambe volute da Bernardo figlio del duca Marino II e vescovo i Gaeta, non ancora consacrato.
Secondo le norme giuridiche, era stato deciso che: “ogni anno nel giorno di Natale del Signore, voi e i vostri eredi dovrete corrispondere sia a noi che ai nostri successori, a titolo di pigione per il soprascritto episcopio e senza alcuna recriminazione, dodici pizze, una spalla di maiale e un rognone, e similmente dodici pizze e un paio di polli nel giorno della Santa Pasqua di Resurrezione…”. Nocca sottolinea minuzioasamente che l’atto era stato scritto originariamente in latino e contenava l’espressione “doduodecim pizze” ed è proprio qui che il docente fa ricadere l’origine del nome, che classifica tra i primi vocaboli dell’italiano volgare.
Insomma una tesi che ribalta quella già accredita: dulcis in fundo, si arriva a menzionare la regina Margherita di Savoia, a cui nel 1870 in occasione del suo soggiorno a Napoli insieme al marito Umberto I, fu preparata una pizza con i colori della bandiera italiana, che diventarono simbolo dell’Unità d’Italia.