Published on dicembre 26th, 2012 | by Carlo Di Berardino
0Londra, 26 Dicembre 2012 – In un clima di feste e di quasi assenza di notizie sulla F1, dedichiamo un breve spazio alla storia della safety car, ma molti contestata, dai piloti temuta, ma che a suo modo rappresenta un elemento di sicurezza in piu’ in pista.
La storia della nascita della safety car e delle vettura del medico di pista risale a circa 30 anni fa, quando un pilota della Porsche, Herbert Linge ebbe l’idea di introdurre un vettura con un medico a bordo oltre ad una safety car avendo come obiettivo quello di rallentare le vetture in caso di incidente. Ricordiamo che quello era un periodo durante il quale gli incidenti mortali in F1 erano all’ordine del giorno.
Grazie alle sue connessioni con la Porsche ed ai buoni rapporti con Bernie Ecclestone, Linge riusci’ a convincere il circus della Formula 1 all’introduzione della safety car a quell’epoca con a bordo anche il medico di pista. La prima safety car fu una Porsche 914/6, mille miglia lontano dalle bellissime Mercedes equipaggiate con luci blu e tutti gli ultimi ritrovati della tecnologia. La Porsche fu utilizzata per i primi tre anni, finche’ Sid Watkins, all’epoca il dottore della Formula 1, convinse Bernie Ecclestone e Max Mosley ad avere anche una “medical car” che seguisse i piloti durante il primo giro di partenza. Purtroppo la morte di Ronnie Peterson a seguito delle ferite riportate nell’incidente alla partenza del Gran Premio d’Italia del 1978 accelerarono l’introduzione della medical car.
A partire dagli anni ’80 la safety car e la medical car erano di volta in volta diverse a seconda del circuito e nella maggior parte dei casi erano fornite direttamente dai proprietari del circuito. Tra le vetture piu’ affascinanti va ricorda la Lamborghini Countach che servi’ come safety car durante il Gran Premio di Monaco nel 1980, 1981 e 1982.
Tra le piu’ lente safety car ricordiamo una Fiat Tempra SW, prodotta localmente in Brasile, che servi’ come safety car durante il Gran Premio del Brasile del 1993. Ricordiamo anche la Opel Vectra del tragico weekend imolese del 1994. Una versione dei fatti attribuirebbe addirittura alla lentezza della Opel parte della responsabilita’ dell’incidente mortale di Ayrton Senna. Avendo praticamente “cotto” i freni dopo appena due giri, la Vectra rallento’ cosi tanto non permettendo un adeguato riscaldamento delle gomme di Senna e causando l’uscita di strada nel quale rimase vittima. Ovvio che e’ solo una versione dei fatti ed ancora oggi oggetto di grande dibattito.
La lezione non servi’ neanche durante il Gran Premio del Giappone dello stesso anno, quando si uso’ una lentissima Honda Prelude.
La safety car si e’ anche resa protagonista di episodi controversi, come quello che vide coinvolto il povero Taki Inoue della Arrows durante il Gran Premio di Ungheria del 1995. Fermatosi a bordo pista per un principio di incendio, il povero Inoue fu investito da una vettura dei commissari di gara, una “potentissima” Tatra 613. Per fortuna l’incidente non ebbe gravi conseguenze per Inoue.
Dopo tutti questi episodi, alcuni tragici, altri controversi, la FIA decise di avere una serie di vetture standard che avrebbero funzionato come safety car e medical car. La fornitura fu affidata alla Mercedes che dal 2000 ad oggi, attraverso la serie AMG, e’ diventata il simbolo della safety car in tutte le piste del mondo, al volante del capace Bernd Maylander .
Nel 2012 la safety car e’ stata una Mercedes SLS GT AMG mentre la medical car e’ attualmente una Mercedes C63 AMG Station Wagon.